Governo Netanyahu: continua operazione a Rafah. Negoziati in stallo

Governo Netanyahu: continua operazione a Rafah. Negoziati in stallo
6 maggio 2024

Il gabinetto di guerra israeliano ha deciso “all’unanimità” di proseguire con l’operazione a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, “per esercitare pressione militare su Hamas in modo da favorire il rilascio degli ostaggi e gli altri obiettivi della guerra”. E’ quanto ha reso noto l’ufficio del premier israeliano mentre sui social, l’esercito israeliano riferisce in serata che “le forze di difesa israeliane (Idf) stanno lanciando attacchi mirati contro obiettivi terroristici di Hamas nella parte orientale di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza”.

Fonti locali hanno riferito all’agenzia di stampa palestinese Wafa di intensi bombardamenti lanciati questa sera da Israele nella zona orientale di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, accompagnati dal lancio di razzi di segnalazione e da decine di droni da ricognizione. Secondo Wafa, “ci sono state anche segnalazioni di veicoli militari israeliani che avanzavano verso la recinzione del confine orientale di Rafah, situato nell’estremo sud della Striscia di Gaza”. L’agenzia ricorda che oggi Rafah ospita oltre 1,5 milioni di persone nei suoi circa 65 chilometri quadrati. L’esercito israeliano ha riferito di “attacchi mirati in corso contro obiettivi terroristici di Hamas nella parte orientale di Rafah”.

Frattanto, decine di palestinesi a Rafah stanno cercando di attraversare il confine con l’Egitto, scrive il Jerusalem Post citando notizie dall’Egitto. Lo sviluppo arriva mentre le forze israeliane hanno lanciato intensi raid aerei sulla parte orientale della città al confine con l’Egitto e vi sono testimonianze di movimenti di carri armati. Dunque, mentre i negoziati per una tregua in Medio Oriente sono nuovamente finiti in un vicolo cieco, i combattimenti tra Israele e Hamas continuano. Oltre 15 persone appartenenti a due famiglie sono state uccise in attacchi israeliani su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, mentre tre membri dell’Idf hanno perso la vita, falciati da razzi lanciati proprio dalla città meridionale palestinese, al confine con l’Egitto. Intanto, il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin ha parlato con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant dei negoziati in corso sugli ostaggi, degli sforzi di assistenza umanitaria e della situazione a Rafah, dove Israele ha iniziato l’evacuazione dei civili, in vista di una possibile operazione contro Hamas.

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Gli sforzi per una tregua nella Striscia di Gaza si stanno scontrando con l`inflessibilità di entrambi gli schieramenti, un`impasse da cui i mediatori internazionali dovranno cercare di uscire già oggi, nel corso di un “incontro di emergenza” in Qatar. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito ieri che Israele non può “accettare” le richieste del movimento islamico, che chiede un cessate il fuoco definitivo nel territorio palestinese come prerequisito per qualsiasi accordo, in particolare sul rilascio degli ostaggi. A nulla sono serviti, finora, gli sforzi della comunità internazionale per giungere a un accordo. Nonostante gli avvertimenti internazionali – e mentre molti guardano con interesse al possibile ruolo della Cina, il cui presidente Xi Jinping è arrivato ieri in Francia per la prima tappa del suo tour europeo – Netanyahu continua a minacciare di lanciare un`offensiva sulla città di Rafah, “con o senza” un accordo di tregua. Il leader di Hamas, Ismaïl Haniyeh, che risiede in Qatar, da parte sua ha accusato il primo ministro dello Stato ebraico di “sabotare gli sforzi dei mediatori” in vista di una tregua, riunitisi al Cairo in assenza di Israele.

L’offerta dei paesi mediatori – Qatar, Egitto e Stati Uniti -, presentata ad Hamas alla fine di aprile, prevede una tregua associata alla liberazione degli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza, in cambio dei prigionieri palestinesi detenuti da Israele. Ma un funzionario di Hamas ha detto ieri che il movimento “non accetterà in nessun caso un accordo che non preveda esplicitamente la fine della guerra”. La delegazione di Hamas al Cairo, partita ieri sera per Doha per consultazioni, dovrà tornare in Egitto domani “per completare i negoziati”, ha indicato un media vicino all’intelligence egiziana, Al-Qahera News. Intanto, sul terreno, si continua a combattere e a morire. Sedici persone appartenenti a due famiglie sono state uccise ieri sera in attacchi israeliani che hanno preso di mira due case a Rafah e nei suoi dintorni, nel sud della Striscia. Il personale di soccorso ha segnalato nove morti nella “famiglia Al Attar” e altri sette nella “famiglia Keshta”. Una fonte ospedaliera ha confermato il bilancio dei due attacchi, precisando che sono avvenuti “nel campo profughi di Yebna a Rafah e nei dintorni di Al Salam”.

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Tre soldati israeliani sono stati uccisi e altri 12 sono rimasti feriti, invece, nel lancio di razzi di Hamas su Kerem Shalom, il principale punto di passaggio per gli aiuti umanitari da Israele alla Striscia. Secondo l’Idf, tra i feriti figurano “tre soldati gravemente colpiti”. L’attacco è stato rivendicato dalle Brigate Ezzedine al-Qassam, braccio armato di Hamas, che ha costretto Israele a chiudere il valico utilizzato per trasportare gli aiuti a Gaza. In risposta, l’aeronautica militare ha reagito distruggendo i lanciarazzi di Hamas, ha detto il portavoce militare Peter Lerner in una conferenza stampa. “Questo è un evento molto grave dal nostro punto di vista, è inaccettabile, e l’esercito israeliano sta indagando sul motivo per cui i soldati sono stati uccisi mentre suonava la sirena d’allarme”, ha commentato.

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