Galapagos, un paradiso per pochi. È guerra al turismo di massa

8 febbraio 2018

Tartarughe giganti, iguane, pinguini. Le Isole Galapagos sono un arcipelago unico al mondo, un vero e proprio paradiso sognato ogni anno da milioni di turisti amanti della natura e della biodiversità. Ma visitare il luogo che ispirò la teoria evoluzionistica di Darwin, in cui vivono numerose specie endemiche, un viaggio già molto costoso e non alla portata di tutti, diventerà forse sempre più un lusso per pochissimi. Le autorità infatti vogliono preservarne la flora e la fauna e negli ultimi anni hanno dichiarato guerra al turismo di massa. Già lo scorso anno c’è stato un calo del 7%. E si va sempre di più in quella direzione. Meglio dire no a orde di visitatori che spesso infastidiscono gli animali, inquinano e danneggiano l’ambiente, anche a discapito dei guadagni. Sì, invece, a un turismo selezionato e consapevole. “Dobbiamo iniziare a pensare alla qualità del turismo – dice Walter Bustos, direttore del Parco nazionale delle Galapagos – quindi non solo all’esperienza per i visitatori ma al bene delle isole. E queste isole hanno delle caratteristiche talmente eccezionali da costringerti a pensare di dover frenare il turismo di massa. Ci piacerebbe ospitare turisti con voglia di apprendere, turisti educati, consapevoli e con un’educazione all’ambiente, adatti ad apprezzare quello che hanno da offrire le Galapagos”. Il flusso di viaggiatori nell’arcipelago è salito a circa 245 mila l’anno e secondo le autorità è il limite massimo che le isole possono sopportare senza veder danneggiato l’ecosistema. Adesso basta: si punta a un turismo sostenibile, che possa conservare questo paradiso e allo stesso tempo generare profitti.

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