Cronaca

Garlasco, l’ora del delitto si sposta? Il consulente della famiglia Poggi frena: “Nessun segno di lotta”

L’ipotesi che l’ora della morte di Chiara Poggi possa essere stata spostata dalle 9.35 alle 11 del 13 agosto 2007, data dell’omicidio nella villa di Garlasco, non trova credito presso il consulente della famiglia della vittima. Il genetista Marzio Capra ha definito “un’indiscrezione priva di fondamento tecnico” la nuova ricostruzione secondo cui la giovane avrebbe avuto il tempo di opporre resistenza prima di morire. L’assenza, all’autopsia, di qualsiasi segno di lotta o difesa rimane, secondo l’esperto, un dato oggettivo e insuperato.

La Procura di Pavia, tuttavia, sembra voler approfondire questa pista: ha infatti richiesto una nuova perizia all’anatomopatologa Cristina Cattaneo per verificare se Chiara Poggi abbia effettivamente avuto la possibilità di reagire all’aggressione. L’ipotesi, circolata in queste ore, suggerisce che la vittima non sia deceduta immediatamente dopo i colpi al capo, ma sia sopravvissuta per alcuni minuti — forse una decina — prima di soccombere. Tuttavia, come sottolinea Capra, nessun elemento sul corpo depone a favore di un tentativo di difesa: né escoriazioni, né lividi, né tracce di colluttazione.

Una teoria senza riscontri oggettivi

“Quella che viene presentata come una svolta non è altro che un’ipotesi giornalistica”, ha dichiarato il genetista in un’intervista a Fanpage.it. “Al momento dell’autopsia, non furono riscontrati segni che dimostrassero una sua possibile difesa. E questo è un fatto, non un’opinione.” Capra ribadisce che, in assenza di evidenze scientifiche, ogni tentativo di riscrivere la dinamica dell’omicidio rischia di alimentare speculazioni più che verità processuali.

La ricostruzione tradizionale — basata sulle prime perizie e sulle dichiarazioni del principale indagato, Alberto Stasi, allora fidanzato di Chiara — colloca l’omicidio intorno alle 9.35 del mattino. Stasi sostenne di aver lasciato la villa poco dopo quell’ora, ma il suo alibi fu sempre considerato fragile. Ora, la nuova ipotesi temporale potrebbe rafforzare o indebolire ulteriormente la sua posizione, a seconda di dove si trovasse in quel frangente. Tuttavia, senza prove fisiche a supporto, il cambio di orario rimane un’ipotesi astratta.

Misure antropometriche e il fantasma di una seconda persona

Parallelamente, si è aperto un altro fronte investigativo. La scorsa settimana, Andrea Sempio — ex compagno di università di Alberto Stasi e mai formalmente indagato — è stato sottoposto a rilievi antropometrici all’Istituto di Medicina legale di Milano. Peso, altezza, lunghezza del piede e altre misure corporee sono state acquisite tramite una scansione laser 3D, che ha generato un “gemello digitale” con un margine di errore inferiore al millimetro.

L’obiettivo? Confrontare quelle misure con le tracce eventualmente rilevabili sulla scena del delitto. Ma, come spiega l’analista forense Sara Capoccitti a LaPresse, il metodo — ispirato al sistema Bertillon dell’Ottocento — incontra oggi limiti oggettivi. “Di solito si confrontano le misure con un video girato in quel contesto”, osserva Capoccitti. “Ma un video di una persona qualsiasi sulla scena del delitto di Chiara Poggi, come è noto, non c’è.” Senza un riferimento visivo diretto, le misurazioni perdono gran parte del loro valore probatorio.

Nessuna prova regina, solo tasselli in un mosaico complesso

Le rilevazioni su Sempio saranno incrociate con i dati della consulenza del Ris di Cagliari, che sembra escludere la presenza di una seconda persona nella villa al momento dell’omicidio. Tuttavia, Capoccitti mette in guardia: “Le variabili in campo sono innumerevoli. Le misurazioni antropometriche, in questo caso, vanno immerse in un contesto di indagini molto più ampio.” E conclude: “Non saranno la prova cardine. Anche con un gemello digitale inserito nella scansione 3D dell’ambiente, non si ottiene un dato incontrovertibile se lo si considera isolatamente.”

A quasi vent’anni dal delitto, il caso Garlasco continua a generare interrogativi più che risposte. Mentre la Procura cerca nuovi spunti, la famiglia Poggi insiste sulla coerenza dei fatti emersi finora. E il corpo di Chiara — silenzioso testimone — continua a raccontare una verità che nessuna ipotesi oraria può cancellare.

Pubblicato da
Giuseppe Novelli