Gas, proposte Ue non convincono. Italia e altri 3 Paesi propongono corridoio prezzo dinamico

Gas, proposte Ue non convincono. Italia e altri 3 Paesi propongono corridoio prezzo dinamico
Mario Draghi
6 ottobre 2022

L’Italia e altri tre paesi (Belgio, Grecia e Polonia) hanno inviato un “non paper” a tutti gli Stati membri dell’Ue e alla Commissione, in cui sostengono con una serie di argomentazioni dettagliate la proposta di imporre un “price corridor”, cioè una banda di fluttuazione dei prezzi con un massimo e un minimo intorno a un valore fissato in base a degli indicatori oggettivi, per gli acquisti del gas sul mercato all’ingrosso dell’Ue. Il “non paper”, sostanzialmente, critica in modo circostanziato le due proposte della Commissione di fissare un tetto al prezzo del solo gas importato dalla Russia, e di stabilire un “price cap” solo per il gas utilizzato per la produzione dell’elettricità nell’Ue, e approfondisce tutti i meccanismi e gli accorgimenti che potrebbero essere adottati per attuare la proposta dei “corridoi di prezzo dinamici”. 

Secondo il non paper, “un tetto al prezzo del solo russo: 1) non avrebbe un impatto positivo sui prezzi al consumo; 2) avrebbe un potenziale impatto negativo sulla sicurezza dell’approvvigionamento; 3) sarebbe discriminatorio (ad es. rispetto ad altre importazioni tramite gasdotti o produzioni nazionali, che sarebbero consentite a prezzi più elevati); 4) porrebbe sfide al mercato (ad esempio, all’importatore sarebbe consentito acquistare al limite massimo e rivendere a prezzi di borsa interni più elevati); 5) dovrebbe essere adottato con la stessa base giuridica prevista per le sanzioni”, che richiede il voto all’unanimità. Il non paper demolisce poi la proposta del tetto al prezzo limitato al gas utilizzato per produrre energia elettrica, con i seguenti argomenti: “1) Ignora i 2/3 del mercato del gas, che riguardano l’industria e l’edilizia; 2) crea una passività senza un chiaro limite verso l’esterno (perché, ad esempio, il prezzo all’importazione può continuare a salire, richiedendo più risorse per mantenere il tetto massimo); 3) crea disincentivi per prezzi più bassi (gli importatori saranno compensati per qualsiasi prezzo pagano); 4) se il tetto al prezzo del gas è troppo basso, attiverà una domanda aggiuntiva eccessiva, possibilmente includendo il passaggio da carbone a gas; se troppo alto, probabilmente dovrà essere integrato da un sostegno aggiuntivo a livello di vendita al dettaglio per mantenere i prezzi accessibili”.

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“Dobbiamo lavorare insieme per affrontare la crisi energetica. Possiamo anche farlo in ordine sparso, ma perderemmo l’unità europea”. È questo il ragionamento svolto dal presidente del Consiglio Mario Draghi durante la Tavola rotonda “Energia, Clima ed Economia”, che si è tenuta alla prima riunione della “Comunità politica europea” in corso a Praga, alla quale hanno partecipato – insieme all’Italia – Germania, Portogallo, Irlanda, Belgio, Bulgaria, Liechtenstein, Norvegia, Ucraina e Serbia. I principali obiettivi della proposta, spiega il non paper, sono quelli di: “Attenuare le pressioni inflazionistiche; dissuadere e ridurre la speculazione; gestire le aspettative e fornire un quadro in caso di potenziali interruzioni delle forniture; limitare i profitti eccessivi nel settore”. Le caratteristiche chiave del progetto sono che “il corridoio opererebbe a livello di vendita all’ingrosso, non al dettaglio”, e che “si applicherebbe a tutte le transazioni all’ingrosso, non limitate all’importazione da specifiche giurisdizioni e non limitate all’uso specifico di gas naturale”. Il prezzo minimo del corridoio “dovrebbe essere abbastanza alto da consentire al mercato di funzionare. Dovrebbe fungere da interruttore e disincentivo alla speculazione. Non ha lo scopo di sopprimere i prezzi a un livello artificialmente basso”, puntualizza il non paper.

A Praga la prima riunione della “Comunità politica europea” (Cpe)

Allo stesso tempo, il prezzo massimo del corridoio “dovrebbe essere sufficientemente alto e flessibile da consentire all’Europa di attrarre le risorse necessarie, consentendo, se necessario, transazioni al di sopra del corridoio”. Inoltre, il prezzo massimo “dovrebbe essere sufficientemente alto da preservare l’incentivo al risparmio energetico e/o all’abbandono del gas” per la transizione energetica. Il corridoio dovrebbe poi essere “integrato da misure volontarie rafforzate di riduzione della domanda”. Il corridoio dovrebbe riguardare i contratti a lungo termine esistenti in cui i prezzi tendono a essere definiti in relazione a parametri di riferimento chiave (‘benchmark’, ndr)”. Questo riferimento ad altri indicatori già esistenti “è preferibile ad aspettare che siano sviluppati nuovi parametri di riferimento”, come ha proposto la Commissione, per affiancarli all’attuale indicatore chiave del mercato europeo del gas, il Ttf di Amsterdam. Trovare nuovi indicatori, infatti, “richiederà tempo”. Il non paper sottolinea poi che “qualsiasi proposta dovrebbe considerare tre diversi scenari, ed essere differenziata” secondo lo scenario che si verificherà. Il primo scenario è quella in cui non c’è “nessuna carenza fisica” delle forniture: in questo caso il mercato funziona nei livelli del corridoio, cioè “offerta e domanda possono combaciare”. Il secondo scenario è quello della “potenziale carenza fisica” delle forniture, in cui “il prezzo si avvicina o supera il limite massimo del corridoio”. Questo “richiede transazioni al di sopra del tetto, per equilibrare il mercato”. Nel terzo scenario è quello della “carenza fisica degli approvvigionamenti a livello regionale o dell’Ue, nonostante le misure di emergenza”. In questo caso, piuttosto che il meccanismo del corridoio di prezzo dinamico, si applicherebbe il Regolamento Ue 2022/1369, adottato nell’estate scorsa, per le misure coordinate di emergenza da attuare in una “situazione di forte perturbazione” delle forniture di gas.

Nel primo scenario, quello sperimentato negli ultimi mesi, in cui non c’è carenza fisica degli approvvigionamenti, il non paper propone che il “corridoio dinamico” sia impostato sulla base di “un valore centrale, attorno al quale sarebbero consentite delle fluttuazioni (per esempio del 5%)”. Il valore centrale sarebbe “riesaminato regolarmente tenendo conto di parametri di riferimento esterni (per esempio i prezzi del petrolio greggio, del carbone e/o del gas in Nord America e Asia)”. Questo è l’elemento centrale della proposta del “corridoio dinamico”: se il valore centrale del corridoio è agganciato anche a parametri non europei (e quindi non influenzati dalle manipolazioni di mercato russe), tra cui in particolare i prezzi sui mercati asiatici, non ci sarà il rischio che i tetti al prezzo comportino il dirottamento verso l’Asia delle forniture di Gnl (il gas naturale liquefatto, trasportato per via marittima) inizialmente destinate all’Europa. Questo, ad esempio, era il rischio paventato dagli olandesi nella discussione in corso nell’Ue. Il valore centrale del corridoio dei prezzi potrebbe essere applicato alle piazze finanziarie come il mercato Ttf di Amsterdam, o gli “hub” di scambio francese, italiano e belga. Oppure coprire tutte le transazioni, sia in borsa che “over the counter”, ovvero al di fuori dei mercati regolamentati (quest’ultima, secondo il non paper, sarebbe la soluzione migliore).

Nel secondo scenario, quello di una potenziale carenza fisica degli approvvigionamenti anche dopo le misure di riduzione volontaria della domanda, si farebbe corrispondere l’offerta alla domanda attraverso l’adozione di misure di emergenza. In questo caso, spiega il non paper, il corridoio dinamico dei prezzi sarebbe integrato da “meccanismi per l’approvvigionamento di risorse marginali aggiuntive” al di sopra del limite massimo di prezzo del corridoio. Questo potrebbe avvenire ad esempio attraverso strumenti derivati (come i “contratti per differenza” per il Gnl nelle transazioni spot); oppure “consentendo agli importatori di acquistare e rivendere il gas al di fuori dei mercati regolamentati, e/o tramite un fornitore di ultima istanza”. Più in generale, il non paper indica che “potrebbe essere introdotto un meccanismo di contratto per differenza per rimborsare agli importatori la potenziale differenza tra il prezzo all’importazione del Gnl e il limite superiore del corridoio”. La gestione di questo meccanismo potrebbe essere coordinata dalla piattaforma “Energy” dell’Ue per gli appalti congiunti, mentre i rimborsi compensativi per gli importatori potrebbero essere introdotti dagli Stati membri, “preferibilmente senza incidere sui loro bilanci”. “Una volta che l’offerta e la domanda saranno di nuovo equilibrate attraverso queste misure di emergenza – conclude il non paper – il gas continuerà a fluire attraverso gli Stati membri seguendo i segnali di prezzo del corridoio”.

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