Rino Gattuso, ct della Nazionale, ha difeso a spada tratta la Serie A da chi la definisce “malata” alla vigilia delle amichevoli con Moldavia e Norvegia, indicando nel calcio d’élite e nella carenza di italiani titolari nei top club il vero problema.
Il commissario tecnico azzurro ha bacchettato il dibattito corrente, elogiando invece l’opera di tecnici come Vincenzo Italiano e Gian Piero Gasperini. “Quando faccio i complimenti a Italiano e Gasperini mi riferisco a un calcio di livello”, ha affermato Gattuso in conferenza stampa. “Il problema non è il campionato, ma il fatto che tra le prime 5-6 squadre ci siano solo uno o due italiani titolari. E questo mi fa male”. Ha poi aggiunto che “la Serie A resta durissima”, pur ammettendo che “qualche stadio più bello aiuterebbe”.
Gattuso ha espresso preoccupazione per i giovani talenti, citando Giacomo Raspadori. “Pensate al peso che può avere un ragazzo di vent’anni quando sbaglia un’occasione. Giacomo gioca pochissimo, e questo è un problema”. Sul piano tattico, il ct ha spiegato l’evoluzione del gioco: “Oggi si va sui riferimenti, non più di reparto. C’è doppia profondità, tanto campo da coprire. Non è che non sappiamo più difendere, è che si gioca in un modo diverso”.
In vista delle due amichevoli, Gattuso promette rotazioni e cerca impegno. “Non sarà una scampagnata, voglio vedere chi ha avuto meno spazio”. Su Scamacca è stato chiaro: “Non deve dimostrarmi nulla, so cosa può dare”. Per Federico Chiesa, invece, ha ribadito il rispetto per una “decisione sua, di facile lettura”, chiudendo la questione dopo ripetute spiegazioni pubbliche.
Il discorso si è allargato al futuro della Nazionale, per cui Gattuso chiede pazienza e consapevolezza, anche ai club. “Con le giovanili c’è stato un lavoro incredibile, ma non dobbiamo perdere i ragazzi per strada”. La sua chiusura è una dichiarazione di intenti: “Io mi diverto quando le squadre si aprono. Voglio coraggio. Chi verrà in campo dovrà dimostrare di voler crescere, insieme, per riportare l’Italia dove merita”.