La Farnesina ha immediatamente attivato i propri protocolli di emergenza. “L’Ambasciata e il Consolato d’Italia a Tel Aviv stanno seguendo fin dall’alba la situazione”, ha annunciato Tajani, impegnando la rete diplomatica. Il capo della diplomazia ha garantito che ai connazionali “verrà prestata tutta l’assistenza consolare necessaria” e che è stata formalmente inoltrata la richiesta al governo israeliano di “garantire il rispetto dei diritti individuali fino al momento dell’espulsione”. Al lavoro, per il costante monitoraggio, anche l’Unità di crisi del Ministero.
La Freedom Flotilla Coalition, organizzazione che promuove la campagna “Thousand Madleens to Gaza”, ha denunciato con veemenza l’abbordaggio, definendolo un “sequestro illegale”. A bordo delle navi, salpate a fine settembre, vi erano oltre 150 tra medici, infermieri, giornalisti e attivisti, con un carico di aiuti sanitari e alimentari del valore di oltre 110.000 dollari. Il governo israeliano ha bollato la missione come “un futile tentativo di violare un blocco navale legale”, assicurando che passeggeri e imbarcazioni sono stati condotti in un porto israeliano e che tutti “stanno bene e al sicuro”.
David Heap, del Comitato direttivo della Coalizione, ha respinto con durezza le giustificazioni di Tel Aviv: “Israele non ha l’autorità legale per detenere volontari internazionali. Questo sequestro viola palesemente il diritto internazionale e gli ordini vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia. La loro detenzione è arbitraria, illegale e deve cessare immediatamente”.
Come evidenziato in una nota della Flotillia, solo sette giorni fa si è verificato un abbordaggio analogo ai danni della “Global Sumud Flotilla”, con il sequestro di oltre 450 attivisti. La Coalizione ha inoltre ricordato il grave precedente della nave “Conscience” – la stessa oggi intercettata – colpita e incendiata da un drone israeliano in acque europee all’inizio dell’anno.