Batosta Cdu, Merkel al quarto mandato. Estrema destra AfD: la cacceremo

24 settembre 2017

Per il suo partito, la Cdu, è stata una batosta, ma per Angela Merkel è arrivato puntuale il quarto mandato consecutivo alla cancelleria tedesca. “Avrei desiderato un risultato migliore, ma abbiamo raggiunto l’obiettivo strategico di queste elezioni: siamo il primo partito e guideremo il prossimo governo”, ha sintetizzato la Kanzlerin nel suo discorso nel quartier generale della Cdu a Berlin dopo il voto. Un discorso breve, ma interrotto comunque più volte dagli applausi dei militanti, a cui Merkel ha promesso di “tenere insieme l’Unione europea” e di “rafforzare l’Europa”, ma anche di “far tornare i voti” andati all’estrema destra di Alternative fuer Deutschland, la Afd, che avrebbe ottenuto il 13,2% dei voti, ovvero esordisce nel Bundestag con 88 seggi. “Cacceremo Frau Merkel, ci riprenderemo il nostro popolo”: ha dichiarato da parte sua il capolista dell’AfD, Alexander Gauland, forte del risultato ottenuto. “Cambieremo il nostro Paese”, ha ribadito il 76enne che insieme ad Alice Weidel sono stati i candidati di Alternative fur Deutschland per le elezioni federali tedesche. La Weidel ha ereditato la leadership di Frauke Petry, la quale ha rinunciato alla candidatura dopo essere stata per mesi l’esponente di punta del mondo sovranista tedesco. Una gravidanza ed un congresso travagliato ne hanno segnato il ritiro.

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E così come è accaduto nel Front National per via dell‘adesso separata coppia Le Pen-Philippot, il duo presentato dall’Afd appare utile per incarnare entrambe le anime elettorali del partito. Gauland rappresenta la parte più critica nei confronti dell’accoglienza ai migranti, la Weidel, invece, è più focalizzata sulle tematiche economiche e sulla critica all’euro, moneta alla quale, secondo i dettati dell’Afd, la Germania dovrebbe rinunciare. In merito ai risultati delle elezioni federali, l’Unione Cdu/Csu ha raccolto il 33,1% delle preferenze, i socialdemocratici della Spd il 20,4%, la sinistra radicale della Linke l’8,9%, i Verdi il 9,3%, mentre i Liberaldemocratici della Fdp rientrano con il 10,5% (nel 2013 erano rimasti sotto la soglia del 5%, quindi fuori dall’emiciclo). In termini percentuali, rispetto alle precedenti legislative l’Unione Cdu/Csu (il partito di Merkel più l’affiliato bavarese) ha perso 8,6% dei voti, la Spd ha ottenuto un 5,5% in, mentre la Linke ha migliorato di uno 0,4% e i Verdi dello 0,9%. In termini di seggi, nella nuova camera bassa a Berlino si dovrebbe vedere la seguente suddivisione: Cdu 217 (da 311); Spd 134 (da 193), Linke 60 (da 64), Verdi 62 (da 63), Fdp 70 (da 0), AfD (88 (da 0). Numeri da definire a parte, un dato politico è stato subito ufficializzato dopo il voto, ovvero la fine della Grande Coalizione tra Cdu e Spd. “Stasera finisce la nostra collaborazione con la Cdu, la Grosse Koalition ha perso la sua ragion d’essere , questa alleanza di governo è finita, crediamo che l’Spd sarà all’opposizione di questo governo”, ha confermato il leader Spd, Martin Schulz.

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“E deve essere chiaro a tutti che rispetto la cancelliera, ma voglio essere coerente e dopo questo esperimento voglio che l’Spd stia all’opposizione”, ha continuato Schulz, il cui partito ha ottenuto con il 20% il peggior risultato di sempre. A questo punto, la coalizione “giamaica” tra Unione Cdu/Csu, Fdp e Verdi (nero-gialla-verde cioè i colori dei tre partiti) sembra essere l’unica possibile per il futuro governo tedesco. La Spd va all’opposizione e tutti i partiti entrati nel Bundestag hanno escluso categoricamente alleanze con l’AfD. E la Linke non è un alleato mai preso in considerazione da Merkel. “Non saremo un partner facile”, ha detto tuttavia la capolista dei Verdi, Katrin Goering-Eckardt, mantenendo un atteggiamento piuttosto cauto in vista delle future trattative di governo: “Saranno colloqui difficili, non siamo un partner semplice”, ha avvertito. A festeggiare stasera è certo la Fdp, il partito liberaldemocratico che rientra in parlamento con un risultato lusinghiero. “Ci riprenderemo il nostro posto in Parlamento”, ha detto davanti a una folla di militanti il giovane leader del partito, Christian Lindner. “Da adesso torneremo ad essere il gruppo parlamentare della libertà. Il nostro comeback è stato reso possibile da vostro voto. Dopo il fallimento è possibile un nuovo inizio”.

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