Al Politics Festival di Pontida, Matteo Salvini sorprende tutti riaffermando la sua leadership alla festa della Lega giovanile, superando il malore mattutino e respingendo ogni tentativo di divisione interna. Tra applausi e cori, il segretario leghista rilancia un messaggio di unità e continuità sul solco dei 30 anni del partito, sottolineando la sfida contro i poteri forti e rimarcando i pilastri sovranisti del movimento.
L’atteso ingresso di Matteo Salvini al raduno dei Giovani della Lega ha acceso la giornata dopo l’intervento dell’europarlamentare Roberto Vannacci, accolto da un entusiasmo da “generale”. Ma è stato il segretario a conquistare il palco con un fragoroso applauso e il coro dei militanti: “Un capitano, c’è solo un capitano”. Un chiaro messaggio contro ogni divisionismo interno sintetizzato dal coordinatore Luca Toccalini: “La Lega è una sola e nessuno la potrà dividere”. La sua presenza è arrivata nonostante una colica renale che aveva minacciato di far saltare l’impegno: “Questo è il mio riposo”, ha scherzato Salvini, rilanciando la sua energia e determinazione.
Dal palco, Salvini ha rassicurato sulla coesione e l’identità del partito: “La Lega di oggi è la Lega di 30 anni fa”. Non quella strumentalizzata dai media e da alcune élite, ma un movimento che continua a sfidare i “baroni universitari, collettivi studenteschi, grandi finanzieri, banche e sindacati” che vogliono cancellarlo. Un messaggio chiaro di resilienza e opposizione, che riecheggia nella tradizionale narrazione sovranista del Carroccio: “Se serve soli contro tutti, ma la Lega è la Lega”.
I temi toccati sono quelli noti della destra leghista: lotta all’immigrazione clandestina con la rivendicazione della “remigrazione”, il richiamo simbolico alla Canzone del Piave e al suo “non passa lo straniero”. I giovani presenti hanno ribadito con orgoglio la linea dura: “Vannacci è un moderato, noi no”, scandendo parole d’ordine contro il “woke”, l’ambientalismo e a favore delle radici cristiane europee, opposte a un’Europa “musulmana”. Un richiamo emblematico è la figura di Charlie Kirk, influencer americano, simbolo ideale che i giovani leghisti vogliono ereditare, come ha sottolineato Vannacci tra gli applausi.
Non manca la polemica verso gli alleati di centrodestra. Dopo le invettive dirette contro Forza Italia dello scorso anno, quest’anno l’obiettivo è Antonio Calenda, ma il messaggio agli azzurri resta chiaro: “Scegliete da che parte stare, con noi o con Azione”. Un monito che conferma la linea di chiusura netta verso scelte politiche divergenti, nel tentativo di consolidare la leadership della Lega nei prossimi scenari elettorali.