Gli archivi raccontano l’Italia: storie e documenti che svelano il Paese
Un mosaico di vicende, testimonianze e memorie che restituiscono al pubblico l’anima dell’Italia. È il progetto “Gli archivi raccontano l’Italia”, promosso dal Ministero della Cultura attraverso la Direzione generale Archivi e realizzato in collaborazione con il Laboratorio di Comunicazione dell’Università del Sannio. Otto Archivi di Stato, da Napoli a Palermo passando per Milano, Venezia, Siena, Perugia, Genova e Caserta, diventano protagonisti di un percorso narrativo che illumina storie sorprendenti, spesso dimenticate, ma decisive per comprendere il tessuto sociale e culturale del Paese.
Memorie di migranti e di regnanti
A Napoli, nell’ex convento dei Santi Severino e Sossio, l’Archivio di Stato custodisce lettere e fotografie dei migranti italiani partiti per New York. Documenti che raccontano la disperazione e le speranze di chi lasciava la propria terra, affidandosi alla Questura per comunicare con le famiglie rimaste in Italia. Una sala riproduce persino una camera da letto, con suppellettili e monitor che rilanciano testimonianze di vita vissuta. A Caserta, invece, i registri della Reggia Borbonica narrano la quotidianità dei fattori di Carditello, che allevavano bufale e cavalli, annotando caratteri e produttività degli animali. Un patrimonio che rivela la passione e l’ingegno dei Borbone, capaci di trasformare residenze regali in insediamenti produttivi.
Storie di schiavi e di giustizia
A Genova, nel complesso di Sant’Ignazio, emergono le vicende di schiavi liberati come Lucia e Michele. I loro atti di matrimonio raccontano il riscatto da una vita di stenti e la conquista di una posizione sociale. Documenti che assumono oggi un valore civico e didattico, ricordando i diritti conquistati e la necessità di difenderli. A Venezia, nel palazzo dei Frari, la primogenita di Marco Polo, Fantina, riuscì a vincere la sua battaglia giudiziaria per ottenere la restituzione della dote. Una storia che illumina la forza di una donna colta e determinata, capace di affermare i propri diritti in un’epoca dominata dagli uomini.
Manzoni, Napoleone e gli anni di piombo
A Milano, il palazzo del Senato custodisce carte consultate da Alessandro Manzoni per i Promessi Sposi, ciocche di capelli di Napoleone sottratte e sequestrate, e documenti giudiziari dei grandi processi del Novecento. Una mostra raccoglie bobine di interrogatori, foto e persino bombe inesplose degli Anni di Piombo. Qui la cronaca diventa storia e aiuta a comprendere vicende ancora oggi oggetto di indagini e chiarimenti. A Perugia, nell’ex convento di San Domenico, un diario di una ragazza internata ingiustamente in manicomio racconta dolore e speranze. Accanto, i Segni di Riconoscimento dei bambini abbandonati e una lettera autografa di Giovanni Boccaccio arricchiscono un patrimonio che intreccia vicende personali e grandi eventi storici.
Arte, Palio e memoria civile
A Siena, nel palazzo Piccolomini, le Biccherne trasformano registri contabili in opere d’arte che narrano la vita della città. Tra gli scaffali compaiono figure dantesche come Ghino di Tacco, brigante amato dal popolo e protagonista delle lotte tra Guelfi e Ghibellini. Documenti disciplinano il Palio di Siena e testimoniano la realizzazione di carri scenici nelle edizioni più antiche. A Palermo, infine, gli Archivi della Catena e della Gancia custodiscono la storia della principessa Anna Faldina, costretta al monacato a 12 anni e liberatasi solo a 65. E le vicende di Joe Petrosino, il poliziotto italo-americano che sfidò la mafia e pagò con la vita. Qui si trovano anche fascicoli giudiziari che anticipano la lotta alla criminalità organizzata e l’album fotografico della spedizione dei Mille, donato da Garibaldi.
Gli archivi come voce dell’Italia
Il progetto “Gli archivi raccontano l’Italia” restituisce al pubblico un patrimonio che non è solo fatto di carte e registri, ma di anime e storie. Valorizzare gli Archivi di Stato significa rendere accessibile la memoria, rafforzare il senso di comunità e invitare i cittadini a riappropriarsi della propria storia. I documentari integrali sono disponibili sul canale YouTube del Ministero della Cultura: un invito a riscoprire la ricchezza dei luoghi che custodiscono la nostra memoria collettiva.
