Gli esodati preoccupano l’Inps. Boeri: forti pressioni per l’ottava ondata

Gli esodati preoccupano l’Inps. Boeri: forti pressioni per l’ottava ondata
1 novembre 2015

di Giuseppe Novelli

Sugli esodati “non penso che sia stato del tutto risolto perché il tema è stato affrontato in modo tale per cui rischiamo di avere uno strascico. Già ci sono forti pressioni per una ottava salvaguardia”. A lanciare l’allarme è stato il presidente dell’Inps Tito Boeri che per pressioni intende quelle dei cosiddetti ‘esodandi’ ovvero quelle molte persone che ancora hanno l’aspettativa di riuscire ad andare in pensione prima ma alle condizioni vecchie in virtù di particolari accordi contrattuali. “Sono quelle persone che ancora non sono uscite ma che godono di contratti che prevedono la possibilità di uscire prima con un trattamento vantaggioso ante riforma del 2011. Fino a quando a queste persone viene garantito il vantaggio di andare in pensione prima con pensione piena manterremo una iniquità ad avremo un aumento della pressione per il riconoscimento di nuovi scaglioni di esodanti. Non si può continuare ad allargare la platea, occorrono interventi strutturali”.

Boeri parla anche dei possibili interventi per riallineare tra loro alcuni trattamenti pensionistici al momento rimasti al margine della cura Fornero. “Per i vitalizi – dice – i tagli sarebbero consistenti, pensiamo di equipararli alle pensioni per importi superiori a 80-85 mila euro l’anno. Si possono prevedere riduzioni anche fino al 50 per cento”. “La platea coinvolta, alla fine, è piccola, circa 200 mila persone”, precisa, elencando, oltre a politici, “dirigenti di aziende, personale delle Ferrovie dello Stato, altre categorie…”. Boeri torna a spiegare che bisogna intervenire sui trattamenti pensionistici alti avendo come riferimento, non l’importo della pensione, ma il rapporto tra i contributi versati e la pensione stessa, individuando quelle che in passato possono essere “situazioni di privilegio”. “A chi ha importi elevati e ha goduto di trattamenti di favore è giusto richiedere un contributo, anche se limitato, parziale…”, evidenzia il presidente dell’Inps che, tuttavia, rassicura sulla solidità dei conti della previdenza italiana. “Il bilancio dell’Inps è molto grande, conta molto sul bilancio dello Stato”, ma “non deve preoccupare i pensionati che dovrebbero preoccuparsi solo in caso di fallimento dello Stato”. “Il problema è se lo Stato fallisse, ma finchè resteremo nell’euro non accadrà”.

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