Schiaffi di Conte al Pd. Schlein sbotta: “Ci rispetti, no mistificazioni”

Schiaffi di Conte al Pd. Schlein sbotta: “Ci rispetti, no mistificazioni”
Giuseppe Conte e Elly Schlein
1 febbraio 2024

Solo ieri sera giurava che avrebbe ignorato le provocazioni, perché “io lavoro per unire”, ancora nel primo pomeriggio assicurava che non avrebbe abbandonato la linea “zen”, ma alla fine Elly Schlein ha deciso che la misura era colma. La segretaria dem cambia passo e decide di reagire agli ormai schiaffi che arrivano da Giuseppe Conte, l’ultimo ieri sera quando le ha detto in faccia che il Pd è un “partito bellicista”. Davvero troppo, non solo per la minoranza Pd che si fa subito sentire con Lorenzo Guerini e Alessandro Alfieri, anche Andrea Orlando risponde per le rime al leader M5s accusandolo di avere una “memoria selettiva” sull’Ucraina.

“Ci sono le Europee – era il ragionamento ricorrente dei parlamentari dem nei corridoi della Camera – non possiamo continuare a porgere l’altra guancia”. E la Schlein, che è stata tutto il giorno a Montecitorio, ha deciso che era il momento di mettere via il sorriso. “Se qualcuno pensa di attaccare o insultare il Pd anziché attaccare il governo, sta sbagliando strada”, dice ai cronisti in Transatlantico. “Continueremo a lavorare nella maniera più unitaria possibile, ma non siamo disponibili ad accettare costanti mistificazioni e attacchi che mirano al bersaglio sbagliato”. Anche perché, è il cruccio della leader dem, “la gente ci chiede di costruire un’alternativa a questo governo di destra”. Il Pd ci sta provando in tutti i modi, ricorda, “io rispondo delle mie scelte agli elettori, risponderanno altri ai loro elettori”.

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Non è uno sfogo, la Schlein ha proprio deciso di rispondere per le rime e un’ora più tardi, durante la presentazione del libro di Alessandro Zan, rincara la dose: “Non ho perso la calma. Continuiamo a lavorare in maniera unitaria, ma esigiamo anche il rispetto e non i continui attacchi e le mistificazioni. Per questa comunità bisogna avere grande rispetto. E soprattutto: nessuno può pensare di costruire un’alternativa a questa destra senza il Pd”. Una attestazione di “orgoglio Pd” che piace al partito, subito partono dichiarazioni di plauso per la presa di posizione della segretaria. Ma la Schlein non si limita a replicare a Conte, manda anche tanti altri messaggi – stavolta apparentemente indirizzati all’interno del partito – che passano un po’ più sotto traccia solo perché ancora risuona l’altolà rifilato al leader M5s.

La leader Pd sa che le europee saranno un passaggio cruciale e che mezzo partito è pronto a riaprire le ostilità contro di lei come già aveva accennato a fare dopo le amministrative dello scorso anno. E la sua ricetta per superare la prova di giugno è tornare al linguaggio delle primarie di un anno, perché – sono convinti i parlamentari più vicini a lei – sono quegli impegni e quella nettezza che l’hanno portata alla vittoria, riavvicinando persone che da anni avevano abbandonato il Pd o persino alcuni che non l’avevano mai votato. Ecco allora che Schlein avverte: “Finalmente abbiamo una linea chiara. Non si può rappresentare tutto e tutti. Nell’eterno tentativo di essere sia carne che pesce, alla fine non rappresenti più nessuno”. E lei non ha dubbi sull’identikit che deve avere il Pd, “Noi dobbiamo ricostruire la sinistra”.

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