Politica

Governo blocca proroga aiuti militari all’Ucraina, pressing di Salvini sui negoziati di pace

Slitta l’approdo in Cdm del decreto Ucraina. Il governo ha bloccato il provvedimento per prorogare gli invii militari all’Ucraina, dopo le pressioni della Lega e in attesa degli esiti dei nuovi colloqui di pace tra Stati Uniti e Russia.

Il provvedimento, che autorizza la cessione di mezzi e materiali bellici a Kiev, è svanito dall’ordine del giorno nel giro di poche ore. La convocazione del pre-Consiglio, inviata alle 9, includeva il punto, cruciale per il supporto a lungo termine a Volodymyr Zelensky. Alle 16, un nuovo avviso lo cancellava. La proroga, in scadenza il 31 dicembre, necessita dell’approvazione governativa per poi passare al vaglio del Parlamento a gennaio, dove la maggioranza si presenta frammentata.

Salvini: “Io parteggio per l’Italia, serve la pace”

La mossa arriva dopo l’ultima, netta presa di posizione del segretario della Lega Matteo Salvini. In un intervento all’assemblea di Alis, l’Associazione Logistica dell’Intermodalità, ha dichiarato: “Parteggio per l’Italia, mettere fine al conflitto è un bene per chi muore e per l’economia”. Dubbi sull’invio di nuovi aiuti militari erano stati espressi anche da esponenti di spicco del partito come Claudio Borghi, creando un terreno insidioso per l’esecutivo.

La trattativa interna e la mossa rinviata di Meloni

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in volo per il Vertice dei Paesi del Golfo in Bahrein, ha gestito la frattura optando per un rinvio tattico. Fonti di maggioranza riferiscono che i leghisti hanno fatto pervenire la richiesta di slittamento, sostenendo l’assenza di urgenza data l’attesa per i colloqui diplomatici in corso, incluso quello odierno tra Vladimir Putin e l’inviato USA Steve Witkoff. “Scommettiamo sulla pace” sarebbe stato il ragionamento attribuito a Salvini.

Il nodo difesa e lo scenario parlamentare

Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, che la scorsa settimana ha illustrato il dodicesimo pacchetto di aiuti al COPASIR, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, avrebbe concordato sulla non necessità di discutere il decreto con così largo anticipo. La sua possibile assenza dal prossimo Cdm ha facilitato la decisione. Lo scontro politico è solo posticipato: a gennaio il testo dovrà affrontare un’Aula divisa, dove l’astensione o il voto contrario di parte della Lega metterebbe a rischio la stessa tenuta della maggioranza.

Pubblicato da
Eleonora Fabbri