Camera dei deputati
Con 201 voti favorevoli contro 117 contrari e 5 astensioni, la maggioranza incassa il via libera sulla fiducia. Ma le opposizioni protestano: “Provvedimento liberticido e inutile”. Il testo ora passa al Senato.
Il governo Meloni ha superato il primo scoglio parlamentare per il decreto Sicurezza, approvato alla Camera grazie al voto di fiducia. Un passaggio necessario per aggirare l’ostruzionismo delle opposizioni e rispettare i tempi stretti della conversione in legge, prevista entro il 12 giugno.
Prima del voto, la Presidente del Consiglio aveva rivendicato sui social l’efficacia delle nuove norme: “Dicevano che era inutile, sbagliato, persino disumano. Invece, grazie alle nuove procedure, sono già stati eseguiti i primi sgomberi immediati di immobili occupati abusivamente. Un risultato concreto che ripristina la legalità”.
Le parole della premier non hanno però placato le proteste. La rete “No Dl Sicurezza” ha già annunciato una nuova manifestazione nazionale per sabato 31 maggio, dopo gli scontri di martedì tra attivisti e forze dell’ordine.
L’Associazione Italiana dei Professori di Diritto Penale, presieduta da Gian Luigi Gatta, ha organizzato una settimana di iniziative contro il decreto: “Vengono introdotte almeno 14 nuove fattispecie di reato e inasprite le pene per altri nove. Nella maggior parte dei casi si colpiscono comportamenti espressivi di marginalità sociale o di dissenso, con norme di dubbia costituzionalità”.
Il dibattito alla Camera è stato particolarmente acceso. Matteo Mauri (Pd) ha lanciato l’attacco più duro:
Il testo ora passa al Senato, dove la maggioranza dovrà confermare l’approvazione entro il 12 giugno. Ma il percorso potrebbe essere in salita: oltre alle proteste di piazza, pesano i dubbi costituzionali sollevati da giuristi e opposizioni.