Grecia al voto, svolta a sinistra sembra inevitabile

Grecia al voto, svolta a sinistra sembra inevitabile
24 gennaio 2015

Giornata di silenzio elettorale oggi in Grecia prima del voto di domani che, in base ai sondaggi, segnerà una svolta a sinistra per il Paese, con la vittoria di Syriza. “Allacciatevi le cinture” titola oggi il settimanale liberale Proto Thema, pronosticando la vittoria del partito di sinistra. Nessuno ormai ne dubita più. Gli ultimi cinque sondaggi pubblicati ieri mostrano uno scarto di almeno 2,9 punti tra il partito di Alexis Tsipras (foto home) e consevatori di Nea Demokratia del premier Antonis Samaras. Resta solo l’incognita del 10-15% di indecisi.

Tsipras propone una battaglia “per tutti i popoli d’Europa”, per “porre fine all’austerità” ed “evitare la fine della democrazia”. E’ il motivo per cui gli occhi di tutta l’Europa sono puntati sula Grecia e per cui tutti i popoli d’Europa attendono il 25 gennaio” ha detto ieri nel suo ultimo comizio elettorale prima del voto. In una sala strapiena, Samaras ha invece detto che “l’incidente Tsipras non accadrà”, accusando Syriza di essere un partito che “non sa cosa sia l’Europa, non capisce l’Europa”. Ma il suo discorso aveva un po’ il sapore di un addio. I Avghi, quotidiano molto vicino alla sinistra, lo dipinge oggi in una vignetta con un tappeto rosso sotto braccio e due valigie pronte accanto a lui. L’Europa e il mondo sono comunque in Grecia per seguire il voto: 876 i giornalisti accreditati, il 35% in più rispetto al 2012, di cui 497 stranieri da 45 Paesi.

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Dopo la cura di austerità imposta al Paese dai creditori, Ue e Fmi in cambio di prestiti per 240 milioni di euro, il governo Samaras è riuscito a riportare una tenue crescita a metà 2014, a ottenere un saldo primario attivo nei conti pubblici e a fare un’incursione sui mercati obbligazionari con esito positiva ad aprile. Ma non è riuscito a cambiare la vita quotidiana dei greci. In attesa del voto il programma di aiuti Ue è stato rinviato di due mesi e con esso i sette miliardi di prestiti che dovrebbero essere versati ad Atene entro fine febbraio. Ieri Samaras nel comizio finale della campagna ha detto di aver lavorato “giorno e notte” per consentire al Paese di restare in piedi. Syriza, secondo il premier, potrebbe portare la Grecia fuori dall’euro, obbedendo alla “lobby della dracma”. Inoltre secondo Samaras Atene potrebbe essere esclusa dal maxi programma di acquisto di titoli di Stato dell’eurozona annunciato dalla Bce. (fonte Afp)

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