Gregorio Paltrinieri: argento mondiale tra caldo estremo e critiche all’organizzazione

A Singapore il nuotatore azzurro combatte con l’asfissiante umidità e una disorganizzazione insostenibile

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Gregorio Paltrinieri

A 31 anni, Gregorio Paltrinieri sembra non conoscere crisi. Nella torrida baia di Sentosa, a Singapore, il nuotatore italiano ha regalato una prestazione da manuale nella 10 chilometri in acque libere: recupera dal sesto posto negli ultimi 500 metri, tiene testa al campione olimpico Florian Wellbrock e chiude con un argento che sa di rivincita.

Un finale alla Ferrari

La temperatura dell’acqua sfiorava i 35 gradi in alcuni tratti, ma Paltrinieri non si è fatto intimorire. Anzi. Con un finale alla Ferrari – come lo hanno ribattezzato i cronisti sportivi – ha scavalcato avversari uno dopo l’altro, fino a piazzarsi alle spalle del tedesco Wellbrock, autore di una gara dominante (1h59’55″7), e davanti all’australiano Kyle Lee (2h00’10″3).

“Era una gara difficilissima. Io preferisco il caldo, ma questo era tanto caldo”, ha detto Paltrinieri poco dopo il traguardo. “C’era un punto in fondo dove l’acqua era stagnante e sembrava di nuotare in una vasca bollente”. Una condizione estrema, che ha messo a dura prova fisico e mente degli atleti.

Decima medaglia mondiale

Paltrinieri, che vive e si allena a Ostia sotto la guida di Fabrizio Antonelli, ha centrato la decima medaglia mondiale della sua carriera. Un record che lo colloca tra i grandi del nuoto internazionale.

“La cosa più importante – ha aggiunto – era tenere energia per l’ultimo giro. Ho gestito anche la seconda posizione, poi ho passato Lee a metà dell’ultimo giro. Klemet ha provato a contrastarmi, ma ne avevo ancora. Mi ero tenuto per chiudere forte”.

Wellbrock entra nella leggenda, ma le polemiche non si fermano

La vittoria di Wellbrock gli consente di entrare nella ristretta cerchia degli atleti che hanno conquistato la tripletta iridata nella 10 km, un primato finora appannaggio di pochi, tra cui il tedesco Thomas Lurz. Ma non tutti i protagonisti sono usciti soddisfatti dall’organizzazione del Mondiale.

Paltrinieri ha espresso chiaramente le sue perplessità: “Siamo andati a letto senza sapere se avremmo gareggiato o no. Io sono passato sopra, ho dormito, ma non è normale per un Campionato del Mondo. Mi aspetto un’organizzazione migliore da parte di World Aquatics”. Le parole dell’azzurro fanno eco alle critiche emerse già nelle scorse edizioni riguardo alla gestione delle competizioni outdoor in condizioni climatiche limite.

Rivincita e futuro: un mito ancora in evoluzione

Dopo un anno complicato, segnato da una prestazione deludente nei Mondiali di Parigi sul fiume Senna, Paltrinieri torna a brillare nel suo habitat naturale: il fondo lungo, la resistenza, la capacità di leggere la gara.

“Lo speravo di essere in questa condizione ma non era per niente scontato”, ha concluso. “Quindi sono contentissimo”. Ma quanto ancora può durare questa straordinaria fase della sua carriera? E soprattutto: quanti altri Mondiali potrà affrontare in queste condizioni estreme, se nessuno interverrà a regolamentare meglio la gestione delle gare in acque libere?