Guerra di Condominio: lo sfalcio delle piante ti costa un MUTUO | La Cassazione ti punisce se ti permetti di toccarle, è PROPRIETA’ PRIVATA

giardino - foto ilfogliettone.it

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Uno dei casi più incredibili, riguardanti il rapporto fra proprietari: e deve intervenire la Suprema corte 

Nella nostra Italia, vivere in condominio significa condividere spazi e regole ma, molto spesso, soprattutto anche tanti, tantissimi problemi… Dalle assemblee infinite alle discussioni sui lavori straordinari, fino alle dispute per un parcheggio o per il rumore notturno, la convivenza condominiale può diventare un vero e proprio banco di prova per la pazienza. Non si tratta solo di rapporti tra vicini: spesso entrano in gioco leggi e regolamenti, che possono trasformare un piccolo malinteso in un caso complesso.

In molte città italiane, il condominio è la forma abitativa più diffusa. La densità urbana, la necessità di ottimizzare gli spazi e i costi hanno reso questo modello abitativo indispensabile, ma al tempo stesso terreno fertile per incomprensioni e attriti. La gestione delle aree comuni, il rispetto della quiete e il mantenimento dell’edificio richiedono un equilibrio delicato, che non sempre si riesce a mantenere.

Tra i temi che più accendono le discussioni ci sono il giardino condominiale e le aree verdi private che confinano tra loro. Basta una siepe non potata, rami che sporgono, radici che invadono il terreno del vicino, per trasformare un semplice problema di manutenzione in una questione di principio. E quando il “buon senso” non basta, la disputa può arrivare fino al tribunale.

Il classico detto “l’erba del vicino è sempre più verde” sembra calzare a pennello. Spesso, però, quella verdezza diventa un motivo di contesa. C’è chi si lamenta delle foglie cadute, chi dell’ombra eccessiva, chi dell’allergia ai pollini. E poi c’è chi decide di “fare da sé”, ignorando le procedure legali e andando incontro a conseguenze ben più gravi del problema iniziale.

Il caso del “taglio non autorizzato”

Ma andiamo, appunto, ad un episodio recente arrivato in tribunale, che lo dimostra chiaramente. A Imperia, con la sentenza n. 272 del 21 maggio, il giudice ha affrontato un caso di esercizio arbitrario delle proprie ragioni per il taglio di piante appartenenti a un altro condomino. La questione ha chiarito come si calcoli il cosiddetto “danno ornamentale” e quando sia vietato intervenire senza autorizzazione.

La società confinante e il suo legale rappresentante avevano gravemente danneggiato la recinzione e alcune piante di alto valore estetico e affettivo presenti nel giardino di una residente. La donna ha invocato l’art. 2043 del codice civile, che impone il risarcimento per ogni danno ingiusto causato in modo doloso o colposo. Il tribunale le ha dato ragione.

Sentenza tribunale (pexels) – IlFogliettone.it

Entra in gioco il metodo svizzero: ecco cosa è successo

Per stabilire l’ammontare del risarcimento, il giudice ha applicato il cosiddetto “metodo svizzero”. Si tratta di un sistema estimativo, nato negli anni ’60 in Svizzera, che valuta il valore ornamentale di una pianta in base a dimensione, posizione, stato vegetativo e sanitario. Questo metodo consente di monetizzare il danno, che può derivare non solo da un taglio non autorizzato, ma anche da potature errate, urti meccanici, scavi o danni chimici. In questo caso, oltre al valore ornamentale, il risarcimento ha incluso anche le spese di ripristino. La condanna è stata aggravata dal fatto che la società aveva incaricato giardinieri di rimuovere le piante senza informare la proprietaria e senza ottenerne il consenso.

Il tribunale ha ribadito che, in presenza di rami o radici invadenti, la soluzione non è agire autonomamente, ma rivolgersi all’amministratore o al giudice. L’art. 896 del codice civile stabilisce infatti che il proprietario può chiedere il taglio dei rami che sconfinano, o procedere solo se autorizzato dal giudice, e sempre a spese del proprietario inadempiente, Nei rapproti di vicinato, insomma, il “fai da te” può davvero trasformarsi in un boomerang. La necessità, dunque, è quella di seguire le regole per essere tutelati dalla legge. E poi, anche per la convivenza civile, naturalmente…