Guerra in Ucraina, Borrell: sanzioni a petrolio russo restano sul tavolo

Guerra in Ucraina, Borrell: sanzioni a petrolio russo restano sul tavolo
Josep Borrell
11 aprile 2022

Le sanzioni Ue contro le importazioni di petrolio dalla Russia restano sul tavolo, anche se non sono state decise oggi dai ministri degli Esteri dei Ventisette, e sono più pesanti, in termini economici, e più facili da adottare di quelle sul gas. Lo ha affermato l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza europea, Josep Borrell, durante la sua conferenza stampa al termine del Consiglio Affari esteri dell’Ue questo pomeriggio a Lussemburgo.

“Continueremo a discutere – ha detto Borrell – per vedere che altro possa essere fatto; niente è fuori dal tavolo, incluse le sanzioni sul petrolio e il gas russi, ma oggi nessuna decisione è stata presa, c’è stata solo una discussione generale, un’analisi delle cifre. E’ importante – ha rilevato – fare una differenza tra petrolio e gas: l’anno scorso le importazioni di petrolio sono state quattro volte più alte di quelle di gas” quindi “è molto importante cominciare dal petrolio, che ha una fattura pesante ed è più facile da sostituire” rispetto al gas.

“Abbiamo analizzato anche il fatto – ha aggiunto l’Alto Rappresentante – che questo”, l’impatto della guerra in Ucraina, “è uno shock asimmetrico per gli Stati europei, perché li colpisce in modo molto diverso sia dal punto di vista del numero di rifugiati che chiedono l’asilo che dal punto di vista della dipendenza energetica dalla Russia; certamente nella parte orientale dell’Europa la pressione dei rifugiati è molto più alta che nella parte occidentale, e d’altra parte la dipendenza energetica è molto più importante nell’Europa centrale che nell’Europa occidentale. Questo è un uno shock puramente asimmetrico e deve essere gestito combinando unità e solidarietà”.

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“È facile per alcuni Stati membri che non usano gas russo – ha osservato Borrell – dire che sono pronti a non usarlo; ma per altri che sono pesantemente dipendenti non è così semplice”. Comunque, “tutti hanno preso coscienza del forte rischio di questa dipendenza dall’energia russa, e dobbiamo combattere per diminuirla il più presto possibile, sviluppando le rinnovabili e cercando altri fornitori. Ma soprattutto costruendo una autonomia strategica sull’energia; e questo ha un nome: rinnovabili e idrogeno. Ci vorrà tempo, ma la lotta al cambiamento climatico e quel che dobbiamo fare a livello geopolitico vanno fianco a fianco”.

Durante il Consiglio Esteri, ha detto ancora Borrell rispondendo ai giornalisti, “abbiamo discusso di sanzioni, ma non era previsto che oggi arrivassimo a un accordo” su nuove misure, “non era in agenda. Stiamo lavorando sugli orientamenti politici del Consiglio europeo, e abbiamo ben analizzato quali sono i livelli di dipendenza energetica che i diversi paesi hanno per il gas e il petrolio russi”. “Senza aver bisogno di un accordo” che lo prescriva, ha continuato l’Alto Rappresentante, “tutti gli Stati membri stanno riducendo la propria dipendenza, tutti stanno cercando di ridurre ciò che consumiamo in provenienza dalla Russia. Alcuni paesi hanno già detto che non importeranno più gas o petrolio russi, altri con una più forte dipendenza la stanno riducendo con diversi mezzi, in modo volontario o con imposte e limitazioni quantitative”.

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“Per ora non siamo ancora arrivati a un metodo vincolante collettivo, ciascuno fa per la propria parte per proprio conto, ma tutti hanno dei piani per cessare la dipendenza nel più breve tempo possibile”, ha insistito Borrell. “E permettetemi – ha aggiunto a questo punto l’Alto Rappresentante – di dire una cosa di senso comune: la guerra che si sta svolgendo, le battaglie che avranno luogo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, avranno luogo comunque, con o senza le sanzioni”. Perché, “le sanzioni hanno degli effetti a medio termine, ma l’esercito russo sarà lo stesso esercito anche la settimana prossima, o quella successiva. Che noi compriamo o no del gas dalla Russia, l’esercito russo nei prossimi giorni avrà i mezzi per fare la guerra ugualmente”.

“Quindi bisogna concentrarsi sugli aspetti difensivi. Non facciamoci illusioni: se tagliamo il gas russo la settimana prossima – ha insistito Borrell – non per questo l’esercito russo avrà meno mezzi per combattere, quindi sono gli aspetti difensivi e l’aiuto all’Ucraina che contano in questo momento”. L’Alto Rappresentante ha poi ricordato che i finanziamenti da un miliardo di euro per le armi all’Ucraina dal Fondo europeo per la pace, che saranno presto aumentati di altri 500 milioni di euro (mancano solo alcune approvazioni parlamentari nazionali), “sono solo la parte europea, anche se fuori dal bilancio Ue” del sostegno militare per l’esercito di Kiev; accanto a questo, ci sono gli aiuti nazionali, “ci sono paesi membri che stanno fornendo fino a 300 milioni di euro, o fino a 1/3 del loro bilancio per la difesa”, ha concluso Borrell.

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