Israele piazza i tank al valico per Rafah. Netanyahu pronto all’invasione

Israele piazza i tank al valico per Rafah. Netanyahu pronto all’invasione
26 aprile 2024

Il gabinetto di guerra israeliano si è riunito a porte chiuse per discutere i passi da seguire prima della prevista invasione terrestre di Rafah, nel Sud della Striscia di Gaza. L’esercito israeliano ha mobilitato decine di carri armati nella zona al confine con l’enclave palestinese, concentrando una trentina di carri armati e veicoli blindati lungo il confine con il Sud di Gaza, in quello che sembrano essere i preparativi per un’invasione della città di confine di Rafah. Il premier Benjamin Netanyahu ha approvato i piani per l’operazione di terra, ma finora non ha dato all’esercito il via libera per muoversi.

Piani di evacuazione civili da Rafah

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ordinato all’apparato di difesa di preparare i piani per evacuare i civili dall’area di Rafah, nel sud della Striscia. L’operazione militare a Rafah da parte di Israele deve terminare entro il prossimo mese. I ministri arabi riuniti a Riad hanno sottolineato “la necessità” di porre fine al conflitto, arrivando a “un cessate il fuoco immediato e completo”, e hanno rimarcato “l’importanza di intraprendere passi irreversibili per attuare la soluzione dei due Stati e riconoscere lo Stato di Palestina nei confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale”.

Reazioni e possibili evoluzioni

Secondo quanto riportato, i funzionari governativi continuano a discutere potenziali cambiamenti da parte di Israele nei negoziati per l’accordo sugli ostaggi per garantire l’avanzamento dell’accordo. L’intera popolazione della Striscia di Gaza è diventata la crisi alimentare più grave nella storia della scala della sicurezza del cibo. Inoltre, l’esercito israeliano si sta preparando per la prossima fase della sua campagna contro la Striscia di Gaza, ma i piani potrebbero non essere conformi alle aspettative diffuse di un’imminente offensiva di terra.

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Dichiarazioni di Hamas e possibili soluzioni

Khalil al-Hayya, uno dei massimi leader dell’ala politica di Hamas, ha dichiarato che il gruppo islamista è pronto ad accettare una tregua con Israele di cinque anni o anche di più e che deporrà le armi se sarà creato uno Stato palestinese indipendente lungo i confini precedenti al 1967. Tuttavia, non è chiaro se questa ipotetica adesione a una soluzione a due Stati equivalga alla fine del conflitto palestinese con Israele o a un passo intermedio verso l’obiettivo dichiarato del gruppo terroristico di distruggere Israele. La situazione attuale nella Striscia di Gaza è complessa e in continua evoluzione, con molte variabili in gioco. Le dichiarazioni e le azioni delle parti coinvolte, inclusi Israele, Hamas e altri attori internazionali, stanno plasmando il corso degli eventi. Resta da vedere come si evolveranno le situazioni politiche e militari in questa regione.

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