Haftar ora punta su Sirte, ancora morti in raid aerei. Abbattuto drone del generale libico

Haftar ora punta su Sirte, ancora morti in raid aerei. Abbattuto drone del generale libico
Il generale libico, Khalifa Haftar
13 maggio 2019

Khalifa Haftar apre un nuovo fronte nell’avanzata verso Tripoli con l’invio di forze a Sirte. Fonti militari hanno detto ai media locali che l’Esercito nazionale libico ha dispiegato uomini nella città natale di Muammar Gheddafi nell’ambito dell’operazione avviata quasi 40 giorni fa contro Tripoli. Haftar non ha annunciato ufficialmente l’invio di uomini a Sirte, ma l’Lna ha diffuso foto che mostrano le sue forze marciare verso Sirte. Nei giorni scorsi, le forze fedeli al governo di accordo nazionale di Tripoli avevano negato che l’Lna fosse diretto verso la città. Dopo quasi 40 giorni di conflitto, che ha prodotto oltre 450 morti, 2mila feriti e 60mila sfollati, Haftar non ne vuol sapere di una tregua, a dispetto del Ramadan. E sta muovendo le sue truppe su piu’ direzioni per dare la spallata definitiva al traballante governo di Fayez al Sarraj, che difende la capitale.

Un suo aereo ha colpito Zawiya, 50 chilometri a ovest di Tripoli, dove sorge la principale raffineria del Paese, uccidendo tre civili, secondo quanto hanno denunciato i media governativi. Contemporaneamente, ha disposto un ingente schieramento in direzione di Sirte, 450 chilometri verso est. Conquistare la citta’ di Gheddafi consentirebbe ad Haftar di controllare tutta l’area dove si trovano i due grandi terminal petroliferi di Ras Lanuf e Sidra. Allo stesso tempo sarebbe una vittoria simbolica contro Sarraj e le milizie che lo proteggono: soprattutto gli irriducibili combattenti di Misurata, che tre anni fa guidarono le operazioni per cacciare l’Isis dalla quella che era la sua roccaforte in Libia. Ma intanto nella notte le milizie alleate al governo riconosciuto dalle Nazioni Unite a Tripoli hanno avviato una controffensiva a sud della capitale per strappare alle forze di Haftar posizioni attorno alla localita’ di Ben Ghasir.

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Situato a circa 20 chilometri dal centro della capitale, il quartiere e’ uno di quelli che danno accesso al vecchio aeroporto internazionale di Tripoli, un’area di alto valore strategico su cui le due parti si stanno scontrando. Parlando con la stampa sabato sera, il portavoce delle forze alleate al governo di accordo nazionale, Mustafa Al Marjaei ha spiegato che il contrattacco e’ centrato sull’asse di Al Tawisha ed e’ cominciato con numerosi attacchi aerei sulle posizioni a rivali Ben Ghashir. Secondo il portavoce, le milizie che rispondono ad Haftar hanno compiuto vari rastrellamenti in diverse localita’ a sud di Tripoli dove Haftar tentava di entrare attraverso strade secondarie con l’aiuto di gruppi di “mercenari”. “Al momento le nostre forze controllano le citta’ di Al Aziziyah, Al Sawani, Al Tawisha, il cammino di Tobat cosi’ come le citta’ di Al Saidiya e Al Zahara”, che sono punti-chiave per l’accesso sud a Tripoli.

A combattere l’esercito di Haftar, anche la Forza di protezione di Sirte, gruppo armato formato in buona parte da miliziani di Misurata, che ha dichiarato di aver abbattuto un aereo spia dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) del generale Khalifa Haftar alla periferia della citta’ costiera della Libia centrale. “Il drone era un Orlan-10 di fabbricazione russa dotato di 12 obiettivi fotografici”, si legge in un comunicato stampa della milizia libica. In precedenza, i ricognitori di Sirte avevano rilevato movimenti militari dell’Lna durante i pattugliamenti a sud a est della citta’, a oltre 40 chilometri dal centro cittadino. Il livello di allarme in citta’ e’ stato innalzato in previsione di una possibile escalation militare a Sirte, ex roccaforte del defunto colonnello Muhammar Gheddafi, caduta nel maggio del 2016 sotto il controllo dei jihadisti e liberata nel dicembre dello stesso anno dalla “citta’-Stato” di Misurata.

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A liberare Sirte da giogo del sedicente “califfato” erano state le forze Bunian al Marsus (“edificio dalle fondamenta solide”) nel dicembre del 2016, ma l’offensiva era costata alle milizie di Misurata circa 700 morti e quasi duemila feriti. Alle operazioni militari avevano preso parte attiva anche gli Stati Uniti con l’operazione militare Odyssey Lightning, conclusa dopo la distruzione di 1.059 postazioni nemiche, 41 veicoli bomba, 36 tra veicoli per i rifornimenti e magazzini per le scorte, nonche’ due carri armati. Un ruolo l’ha giocato anche l’Italia, curando i feriti di Bunian al Marsus nell’ospedale da campo allestito a Misurata: la struttura e’ presente ancora oggi e serve anche la popolazione civile.

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