Centinaia di uomini in divisa e cittadini comuni si sono radunati fin dal primo pomeriggio davanti alla basilica. Nel sagrato, schierato il picchetto d’onore di tutte le forze dell’ordine e dell’esercito. In chiesa sono giunti i familiari devastati dal dolore, i vertici dell’Arma e i colleghi dei caduti, tra cui alcuni militari che erano con loro a Castel D’Azzano, ancora segnati dalle ferite riportate nell’esplosione.
Il rito funebre è stato celebrato da monsignor Gianfranco Saba, ordinario militare per l’Italia, che ha concelebrato la messa insieme al vescovo di Padova Claudio Cipolla, a quello di Verona Domenico Pompili, all’abate di Santa Giustina dom Giulio Pandoni e ad altri cappellani militari. Le note della marcia funebre di Chopin hanno scandito l’arrivo delle salme in un silenzio carico di commozione.
Nell’omelia, monsignor Saba ha chiamato per nome i tre caduti: “Marco, Valerio e Davide, i nostri fratelli hanno seguito la via del servizio per il bene comune. Nel loro incontro con Cristo si saranno specchiati in Lui vedendo così che il volto bello dell’umanità sta nel servire il prossimo”. L’ordinario militare ha sottolineato come “la vittoria sul mondo e sul male è anche l’amore di chi serve la patria, cioè il prossimo, garantendo la giustizia, il bene comune, la stabilità delle istituzioni preposte a custodire nell’ordine e nell’armonia la comunità umana”.
“Duro, doloroso e umanamente incomprensibile è l’evento drammatico che ha causato la morte di Marco, Valerio e Davide”, ha affermato monsignor Saba, richiamando la necessità di una “conversione” che diventi “strada per una riconciliazione sociale che esige un equilibrio interiore”. Citando il filosofo Hegel, ha parlato della necessità di un’educazione alla virtù della mitezza “per non trasformare l’umana convivenza in un immenso mattatoio”. “Gesù testimonia che servire è proprio di Dio”, ha concluso l’arcivescovo, rivolgendo ai familiari “l’abbraccio di tutti e la preghiera unanime”.
Prima dell’inizio della messa, il presidente Mattarella ha salutato personalmente i familiari dei carabinieri uccisi, esprimendo loro vicinanza e cordoglio. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha fatto sapere che in tutte le scuole italiane è stato osservato un minuto di silenzio in memoria dei tre militari.
Al termine del rito funebre hanno preso la parola i familiari, in un momento di straziante commozione. Fredile Bernardello, padre di Davide, ha ricordato il figlio con queste parole: “Davide ha realizzato il sogno di diventare carabiniere d’Italia. Per noi un figlio meraviglioso, era un fratello speciale per Filippo, eri sempre pronto ad aiutare. Sei un’anima gentile di quelle che non si trovano più. Vola in alto Davide, sarai sempre nei nostri cuori”.
Christian Daprà, figlio di Valerio, ha reso omaggio al padre: “Mio padre è stato un uomo che ha dedicato la vita al dovere, al servizio, all’onore. Ha scelto una strada fatta di coraggio, sacrificio e responsabilità. Costantemente presente in lui la modestia sincera. Questa insensata tragedia l’ha strappato a me. Voglio credere che questa eredità morale continui a parlarmi nel silenzio, mantenendo viva la sua memoria. Grazie a tutti per commemorarlo, è un conforto”.
Andrea Pifferi, fratello di Marco, ha concluso gli interventi: “Grazie al Capo di Stato, ai presidenti di Camera e Senato e ai ministri per rendere onore a Marco, mio fratello, Valerio e Davide che hanno dato la vita in nome della giustizia. Che il loro sacrificio non sia stato vano, che episodi del genere non accadano più. Ai Carabinieri grazie per quello che fate tutti i giorni con spirito di sacrificio vostro e delle famiglie. Il vostro ricordo, il vostro esempio e sacrificio sarà sempre vivo nei nostri cuori come stella cometa che illumina e preserva il nostro cammino”.
“Il nome dei giusti, il nome di chi è morto per la patria è scritto nella roccia della memoria della Repubblica”: con queste parole il ministro della Difesa Guido Crosetto si è rivolto alle famiglie dei tre carabinieri. “Tre uomini, tre carabinieri, tre soldati, tre servitori dello Stato”, ha scandito il ministro durante la cerimonia funebre.
“So che non ci sono parole per consolarvi, non c’è nulla che possa riempire il vuoto che lasciano Marco, Valerio, Davide tra di voi, tra le vostre famiglie”, ha proseguito Crosetto. “Io posso però farvi una promessa solenne: i nostri nomi sono destinati a scomparire nel tempo man mano che le persone che ci vogliono bene scompariranno. Il nome dei giusti no. Il nome di chi è morto per la patria è scritto nella roccia della memoria della Repubblica. E viene onorato”.
Il ministro ha quindi garantito: “State tranquilli: le forze armate sono custodi di quella memoria. Tra molti anni quando nessuno sarà presente, ci sarà lo Stato. E quando verranno detti i nomi dei vostri figli, dei vostri fratelli, dei vostri padri, ci sarà una persona che risponderà per loro: presente”.
La premier Giorgia Meloni ha affidato ai social il suo messaggio: “Oggi l’ultimo saluto a Davide, Marco e Valerio: tre carabinieri che hanno servito l’Italia con onore e dedizione fino all’ultimo istante. Il loro coraggio, il senso del dovere e l’esempio che ci lasciano non saranno dimenticati”.