Ibernazione, la nuova frontiera. Tariffe dai 25.000 euro in su

Secondo i sostenitori della crioconservazione, in futuro dovrebbe essere possibile sviluppare una tecnologia in grado di ripristinare completamente le funzioni vitali dei corpi ibernati. In questa ipotesi, al momento del risveglio il corpo riacquisterebbe il fisico che aveva prima della conservazione; ovvero, il tempo del congelamento non determinerebbe un invecchiamento. Anche se fossero passate decine di anni, l’età biologica del corpo sarebbe rimasta la stessa come gli anni di vita che può ancora avere. Ebbene, per ora, nelle cisterne chiamate tewar, immersi nell’azoto liquido a meno 196 gradi, ci sono già duecento corpi compreso quello di un italiano. E altre 2000 persone hanno firmato un contratto e aspettano di essere ibernate quando il loro cuore non batterà più. Per il momento esistono tre società al mondo specializzate in questo campo: due negli Stati Uniti (Alcor e Cryonic Institute), e una in Russia (Cryorus ). In Europa i paesi con il maggior numero di “seguaci” sono Inghilterra e Germania. Le tariffe variano dai 25.000 ai 150.000 euro.

Nella maggior parte si tratta di cifre messe a disposizione grazie alla stipula di assicurazioni sulla vita, con pagamenti rateali nel corso degli anni. Ma per chi le sottoscrive sono polizze per inseguire l’immortalità.
Chi sceglie di essere conservato in questo modo lo fa in attesa del progresso della scienza della rianimazione, che “tra 50 o 100 anni sarà molto più avanzata di oggi”, spiega Max More, direttore della Alcor. Le persone che oggi soccombono a una condizione fatale, sono in effetti recuperabili. L’obiettivo è di riuscire a preservarle per un futuro nel quale una tecnologia più evoluta sarà in grado di riportarle in vita.

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