Politica

Il 3 giugno resta “d-day”, riaperte le “frontiere” tra regioni

Il governo conferma la ripartura agli spostamenti tra le regioni il 3 giugno. Lo fa sapere il ministro della Salute Roberto Speranza al termine del vertice con il premier Conte, i capidelegazione della maggioranza, e i ministri Boccia e Lamorgese e il sottosegretario Fraccaro. “Il Decreto legge vigente prevede dal 3 spostamenti infraregionali. Al momento non ci sono ragioni per rivedere la programmata riapertura degli spostamenti, spiega Speranza -. Monitoreremo ancora nelle prossime ore l’andamento della curva”. Da qui al 3 giugno il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie continuerà a confrontarsi con le regioni, anche singolarmente, come ha già fatto in questi giorni.

Dunque, il 3 giugno resta il “d-day”. Dalla prossima settimana gli italiani potranno spostarsi da una regione all’altra senza restrizioni e senza doversi portare in tasca la tanto temuta autocertificazione. A convincere Palazzo Chigi ad ammainare definitivamente anche l’ultimo vessillo del lockdown sono i dati del monitoraggio dell’Iss sulla prima settimana di “sblocco”, che hanno evidenziato l’assenza di particolari criticità, nonostante manchi ancora l’omogeneità su tutto il territorio. Motivo, questo, che aveva fatto ipotizzare lo slittamento di un’altra settimana per la riapertura. Anche perché Boccia ha respinto con forza proposte come i “passaporti sanitari” o il via libera a macchia di leopardo. Sullo sfondo resta comunque l’invito di Speranza, a proseguire sulla strada della “gradualità e della cautela”.

Ma “al momento non ci sono ragioni” per cambiare i programmi sugli spostamenti. Anche se “monitoreremo nelle prossime ore l’andamento della curva”, assicura il responsabile del dicastero di Lungotevere Ripa. Ora manca il passaggio con i governatori, che attendono una convocazione dal governo e non è escluso che possa arrivare già nelle prossime ore. Secondo il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, “con la prossima settimana ci avviamo verso una sfida ancora più importante, cioé quella della liberalizzazione della mobilità fra le regioni e a livello internazionale, che richiede una capacità ancora più attenta, ancora più precisa, di monitorare il fenomeno e di rispondere là dove si dovessero verificare piccoli focolai” di casi di nuovo Coronavirus”.

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