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Lockdown? Soluzione nel 1916. Ora c’è il digitale

“Ci sono società chiuse che non possono operare. Ci sono città e regioni intere in lockdown. Questo non è qualcosa che può essere accettato. Il lockdown era una soluzione che veniva adoperata nel 1916, oggi siamo nel 2020 e le innovazioni vanno utilizzate”. Così Vincenzo Trani, banchiere, presidente della Camera di Commercio italo-russa nonché primo straniero a ricevere il vaccino russo Sputnik V contro il Covid 19. In questo caso l’innovazione è il vaccino, ma non soltanto quello in un momento storico come questo.

“Io credo – dice – che bisogna usare quella che è l’esperienza digitale che abbiamo sviluppato in questi mesi. Sembra che tutto si limiti alle video conferenze, ma nella realtà non è così. Interi Paesi hanno gestito l’emergenza grazie alla digitalizzazione”. Permessi digitali, sistemi di tracciamento, controllo degli spostamenti attraverso il telefono cellulare, abbonamenti ai mezzi pubblici sospesi su alcune fasce a rischio e tante tante altre misure. Tutte tecnologie sviluppate già a marzo e poi impiegate in maniera differente nei vari Paesi. “Questo tipo di esperienza digitale è molto diversa da quella che è la app Immuni, che conosciamo in Italia. È un’esperienza molto più digitalizzata”.

Trani suggerisce che questi sistemi dovrebbero essere presi in considerazione, più della classica quarantena anche in Italia. “Anche perché – aggiunge – la quarantena sembra essere piuttosto dannosa, non solo dal punto di vista economico ma anche da quello personale, per quello che è l’aspetto psicologico delle persone. Aiutarli con la tecnologia adeguata credo che sia molto importante”.

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