Cronaca

Il Bolshoi installa software di sorveglianza: le opinioni sulla guerra diventano un criterio di valutazione

I ballerini e musicisti del Teatro Bolshoi di Mosca, uno dei templi della danza classica e dell’opera mondiale, non saranno giudicati più solo sulla base delle loro capacità artistiche ma anche delle loro opinioni in merito alla guerra totale all’Ucraina.

Un contratto milionario per il controllo digitale

Il famoso teatro di Mosca ha firmato un contratto da 21,6 milioni di rubli (oltre 228mila euro) per installare sui computer di centinaia di dipendenti un software di monitoraggio progettato dall’azienda dell’imprenditrice tecnologica Natalya Kaspersky. Il contratto è stato scoperto in un database governativo da Systema, l’unità investigativa russa di Radio Free Europe.

Il software, denominato InfoWatch Traffic Monitor, esaminerà la corrispondenza e-mail alla ricerca di contenuti osceni o discussioni sulla gestione del teatro. Gli sviluppatori hanno anche incluso filtri per rilevare “opinioni politiche” e “interessi per l’operazione militare speciale”, l’espressione ufficiale imposta dal Cremlino per la guerra in Ucraina.

Un monitoraggio che va oltre la posta elettronica

Secondo i materiali promozionali dello stesso software, InfoWatch monitora anche i social network e le applicazioni di messaggistica come WhatsApp e Telegram, nonché i browser più diffusi. Nel 2024, il Bolshoi dichiarava di impiegare circa mille ballerini e musicisti, oltre a circa 2.500 dipendenti di supporto, amministrativi e tecnici.

Né il Bolshoi né la società di Natalya Kaspersky hanno risposto alla richiesta di commento da parte di Radio Free Europe.

Una tradizione di controllo che affonda le radici nella storia

Fondato nel 1776 e situato a pochi passi dalle mura del Cremlino, il Bolshoi è sempre stato sotto la stretta supervisione dei servizi di sicurezza russi. In epoca sovietica, agenti del Kgb accompagnavano il teatro durante le tournée all’estero per monitorare ballerini e artisti e prevenire defezioni.

Il teatro è ora diretto dal famoso direttore d’orchestra Valery Gergiev, il cui esplicito sostegno al presidente russo Vladimir Putin ha fatto sì che venisse respinto da molti teatri in Europa.

Epurazioni e pressioni dall’inizio del conflitto

Gergiev ha sostituito Vladimir Urin, direttore generale del Bolshoi, che era stato estromesso dopo aver firmato una petizione nel 2022 in cui esprimeva la sua opposizione all’invasione dell’Ucraina. Dall’inizio della guerra nel 2022, molte istituzioni culturali in tutta la Russia sono state sottoposte a pressioni politiche: i direttori e gli artisti che si erano espressi contro la guerra sono stati licenziati o i sussidi pubblici sono stati tagliati.

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Redazione