Matteo Renzi parla a nome del governo: “Non chiediamo soldi, né tasse. I sacrifici non li devono fare più i cittadini, piuttosto li faccia qualche politico o qualche amministratore”. È terminato da poco a Palazzo Chigi, dopo quasi due ore, il Consiglio dei ministri dedicato al Documento di economia e finanza (Def). Il governo mette nero su bianco quale sarà la politica economica per i prossimi tre anni. Convocata, in un primo momento, per le 10 di questa mattina, la riunione è stata spostata in serata per un ulteriore approfondimento dei testi. Il Documento, intorno al quale è montata l’attesa, dovrà passare dalle Camere e poi arrivare sul tavolo europeo. La scadenza del 10 aprile è stata individuata a livello nazionale, ma a Bruxelles il testo è atteso per fine mese. Come gestire, a chi o cosa destinare il tesoretto da 1,6 se ne discuterà nelle prossime settimane.
Non è il Def la sede per stabilire la destinazione. Il governo non aumentirerà i sacrifici per comuni e regioni, ma come annunciato martedì, la macchina burocratica deve dimagrire. “Abbiamo incontrato le regioni quindici giorni fa. Sergio Chiamparino è un amico e un ottimo presidente delle Regioni. Sta lavorando bene con Padoan e Lorenzin per trovare un punto di accordo sulle questioni della sanità, soprattutto”. Renzi in conferenza stampa afferma che non è normale che ci siano Regioni con sette province e 22 Asl. “Per me è una esagerazione. Se, d’accordo con le Regioni, siamo in condizione di ridurre il numero delle poltrone dei supermanager, trovare costi standard, mi pare che sia un fatto positivo”.