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Il duplice attacco di Mosca: 482 droni sull’Ucraina e il “no” preannunciato al piano di pace in 19 punti

Un nuovo massiccio attacco russo con 482 droni e missili sferzato per otto ore uccide sette civili in Ucraina, mentre la diplomazia fatica a trovare una via d’uscita. Il presidente Zelensky preme per un incontro diretto con Trump, il cui inviato speciale è in volo verso Mosca.

Mentre i soccorritori ucraini recuperavano i corpi dalle macerie di un condominio di Kharkiv, la Casa Bianca annunciava un nuovo, delicatissimo, passo diplomatico. Il presidente americano Donald Trump ha inviato il suo emissario personale, l’imprenditore immobiliare Steve Witkoff, a incontrare il presidente russo Vladimir Putin nel Cremlino. L’obiettivo ufficiale, come twittato da Trump su Truth Social, è “finalizzare il piano di pace”. Contemporaneamente, il Segretario all’Esercito Dan Driscoll condurrà colloqui paralleli con i negoziatori ucraini. La mossa arriva nel pieno di una delle offensive aeree più lunghe e violente di novembre, che ha lasciato al buio e senza riscaldamento intere regioni.

Zelensky cerca una via d’uscita con Trump

Fonti della presidenza ucraina confermano che Volodymyr Zelensky è pronto a interrompere le celebrazioni nazionali e a volare negli Stati Uniti nonostante il Giorno del Ringraziamento, pur di discutere faccia a faccia con Donald Trump. Kiev, dopo aver strappato una modifica cruciale sul proprio esercito – che potrà contare su 800.000 uomini e non 600.000 – valuta positivamente la versione rivista del piano. Tuttavia, le questioni irrisolte restano enormi: lo status dei territori occupati e le garanzie di sicurezza, incluso un percorso chiaro verso la NATO. “Sono nodi che richiedono il massimo livello politico”, ha sottolineato Andriy Yermak, Capo di Gabinetto di Zelensky.

Il muro di Mosca: “No a stravolgimenti”

L’ottimismo mostrato da Trump, che ha parlato di “enormi progressi”, si scontra con un muro di gomma da Mosca. Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha dichiarato che la Russia non accetterà alcuna deviazione dall’intesa originaria in 28 punti che, a suo dire, Trump e Putin definirono ad Anchorage in agosto. Fonti diplomatica vicine al Cremlino, citate dal Financial Times e dal New York Post, sostengono che Mosca non solo respingerà la nuova bozza in 19 punti, ma accuserà pubblicamente Trump di aver “mancato alla parola data”. “Se lo spirito e la lettera di Anchorage vengono cancellati, sarà una situazione fondamentalmente diversa”, ha avvertito Lavrov.

La guerra non si ferma: 8 ore di inferno

Le trattative procedono sullo sfondo di una violenza ininterrotta. Nella notte, le forze armate russe hanno scatenato il secondo più grande attacco del mese, lanciando 460 droni e 22 missili in un’ondata durata oltre otto ore senza soluzione di continuità. Il ministero della Difesa ucraino ha riferito di un tasso di intercettazione del 94% per i droni, ma 8 missili su 22 hanno centrato i loro bersagli, colpendo infrastrutture civili critiche e abitazioni. Il bilancio finale è di sette morti e 21 feriti. Migliaia di residenti hanno passato la notte nei rifugi antiaerei, mentre le temperature esterne crollavano.

La comunità internazionale divisa sul negoziato

Alla riunione virtuale della Coalizione dei Volenterosi, a cui per la prima volta ha partecipato il segretario di Stato americano Marco Rubio, le reazioni sono state caute. Il presidente ucraino Zelensky ha ricordato ai leader che “la guerra della Russia non è ancora finita”. La premier italiana Giorgia Meloni ha apprezzato i negoziati in corso ma ha esortato la Russia a “cogliere l’occasione per la pace” e ha chiesto per Kiev “solide garanzie di sicurezza”. Il presidente francese Emmanuel Macron si è speso oltre, ammonendo che all’Ucraina “non dovrebbero essere imposte limitazioni al suo esercito”. Intanto, i tecnici di Stati Uniti e Russia hanno discusso per il secondo giorno consecutivo la bozza di Ginevra ad Abu Dhabi.

La partita a scacchi delle mediazioni

La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha tentato di smussare le tensioni, definendo “delicati ma non insormontabili” i dettagli rimasti in sospeso. Tuttavia, la mediazione affidata a Witkoff, un immobiliarista senza esperienza diplomatica formale che in passato ha espresso pubblica ammirazione per Putin, continua a generare perplessità sia a Washington che nelle capitali europee. La bozza iniziale da 28 punti, che chiedeva a Kiev di cedere territori ancora non conquistati da Mosca, aveva provocato sconcerto tra gli alleati della NATO e fatto trapelare irritazione in ampi settori del Dipartimento di Stato. Ora, la partita si gioca sulla fedeltà al “vero” spirito di Anchorage, con Trump che rischia una bruciante sconfitta diplomatica se il suo inviato tornerà da Mosca a mani vuote.

Pubblicato da
Giuseppe Novelli