“Il giardino del mio vicino è sempre più verde: e io glielo taglio”: fallo e la polizia viene a bussare alla tua porta | Lo dice la Cassazione
giardino vicino - foto ilfogliettone.it
Ci sono delle leggi che molti non considerano, ma i cui effetti diventano un vero e proprio “guaio” per chi non sta attento…
Da sempre è così, che si tratti di palazzi con 100 condòmini, o strutture con 10 soli appartamenti: le riunioni condominiali sono molto spesso teatro di tensioni, scontri e discussioni… interminabili. E basta sempre pochissimo per scatenare un acceso dibattito. Pulizia delle scale, la manutenzione dell’ascensore o la divisione delle spese. Ogni decisione viene esaminata al microscopio e la legge, anziché chiarire, talvolta sembra complicare ulteriormente la situazione, imponendo limiti, quote e regole che non sempre trovano il consenso di tutti.
Facciamo un esempio emblematico, quello dell’ascensore: molti si chieodno perché chi abita al primo piano debba pagare una quota, seppur minima, per un servizio che quasi non utilizza. Tuttavia, la legge parla chiaro e impone che le spese vengano suddivise tra tutti i condomini secondo criteri prestabiliti, che spesso generano malcontenti e ricorsi.
Ma i problemi non si fermano certo ai… “piani alti”. Anche i cortili, i garage e gli spazi comuni possono diventare motivo di attrito. La proprietà privata, se condivisa o confinante, porta spesso a rancori personali, sfociando in vere e proprie guerre di carta bollata. Basta un’ombra di troppo, un rumore eccessivo o un’invasione di foglie per dare il via alla disputa.
Le cause legali tra vicini, infatti, non nascono solo da grandi questioni strutturali. Talvolta, ciò che accende la miccia è qualcosa di tanto piccolo quanto simbolico: una pianta, una recinzione, o un ramo sporgente.
Quando il giardino del vicino è “sempre più verde”
Si tratta di un detto comune, ma nella realtà può diventare davvero un’accusa. Quando si parla di giardini, siepi o alberi, è facile che si cada nella trappola della gelosia, o peggio, dell’azione impulsiva. Ed è proprio ciò che è accaduto in un recente caso discusso dal Tribunale di Imperia.
La sentenza n. 272 del 21 maggio ha stabilito che tagliare le piante del vicino senza consenso è un illecito. In particolare, il tribunale ha evidenziato come, anche in presenza di rami invasivi o radici che sconfinano, nessun condomino ha il diritto di intervenire in autonomia, danneggiando la proprietà altrui.

“Ora te le taglio”: il danno e la giustizia privata
A tal proposito, nel caso che esaminiamo in questo articolo, una società confinante aveva incaricato dei giardinieri di rimuovere siepi e piante appartenenti a una residente, senza alcuna autorizzazione. Il danno causato non era solo materiale, ma anche affettivo e visivo: le piante avevano un alto valore ornamentale e abbellivano il giardino della donna. Il giudice ha stabilito un risarcimento in base al cosiddetto “metodo svizzero”, un sistema di valutazione che considera estetica, dimensione, stato vegetativo e posizione delle piante danneggiate. Non solo: è stato accertato che la società non aveva nemmeno tentato una comunicazione preventiva con la vicina, né aveva cercato una soluzione civile attraverso l’amministratore o il tribunale. Quel che è imporatnte evidenziare è proprio che, alla fine, le difese dei responsabili, secondo cui l’intervento era giustificato da una presunta negligenza della proprietaria, non hanno retto: fotografie, documenti e ammissioni hanno provato l’abuso.
La condanna ha incluso anche le spese per il ripristino del verde distrutto. Il Tribunale ha ricordato come l’art. 896 del Codice Civile consenta sì di richiedere il taglio dei rami altrui sporgenti, ma solo con autorizzazione o previa diffida. In caso di mancata risposta, è il giudice a dover autorizzare il taglio, non il singolo cittadino. In condominio, la giustizia privata non paga. Intervenire autonomamente può portare a pesanti sanzioni, oltre che a liti prolungate. Il consiglio dunque è semplicissimo: rivolgersi sempre all’amministratore o, se necessario, agire per vie legali. Solo così si tutela il proprio diritto senza violare quello degli altri. Come dire, anche un semplice ramo può diventare motivo di contenzioso, ma soltanto il rispetto delle regole resta la chiave per evitare grossi guai… a partire da una siepe
