“Io non mi dimetto, perché non sono un irresponsabile. Perché non voglio lasciare decine di migliaia di lavoratori senza lavoro e senza salario. Qualcuno continua a dire che lo Statuto siciliano è un verme roditore. Anche perché grossi gruppi vogliono riprendere gli affari di sempre”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, intervenendo in aula all’Ars per riferire sulla bufera che ha travolto il governo regionale a seguito della presunta intercettazione in cui il suo medico, Matteo Tutino, gli avrebbe detto che Lucia Borsellino “va fatta fuori come al padre”. “La Sicilia – ha rivendicato – è la Regione che ha tagliato di più. Ma a Roma e a Milano non lo dicono. E la Corte dei conti ha detto che questi tagli sono stati vanificati dai tagli a volte incostituzionale dei governi nazionali. Se non fossimo intervenuti, saremmo andati verso un default greco”.
Quindi il governatore siciliano ha aggiunto: “Non si può dire che questo governo non abbia fatto la lotta alla mafia. Mi si citi un governo nazionale o un Comune che ha fatto quello che abbiamo fatto noi. Io perdono sempre, anche quando mi si fa del male gratuito. Io potrei citare anche i successi nell’utilizzo dei Fondi europei. Ma io non voglio parlare di politica in questa seduta. La politica divide, e qualcuno può avere visioni differenti sulla politica del governo. E non può essere altrimenti, visto che questo fa parte della democrazia. Ne possiamo parlare in un’altra seduta, non certo adesso, viso che le questioni non hanno nulla a che vedere con la politica”. “Non posso dimettermi. Non sono interessato né a poltrone né a carriere politiche. Anche se 2 anni e mezzo di attacchi sono sufficienti a togliermi la voglia, la vita di un uomo ha un senso se lo si lega all’onore e alla libertà. Alla libertà ci ho rinunciato da tempo. Da quando ero sindaco di Gela. Sono felice che le Procure siciliane abbiano smentito le accuse ripristinando la verità”.
“Questa passerà alla storia come una storia infame, con poteri oscuri che minacciano la democrazia – ha aggiunto -. L’opportunismo mediatico sembra oggi valere rispetto alla verità. I falsi scoop non possono decidere le sorti del governo”. E ancora. “Mi rifiuto di pensare che uomini di destra o sinistra possono partecipare a questo massacro. E di pensare che meccanismi machiavellici possano andare contro le istituzioni. Penso che la Regione potrebbe chiedere un risarcimento miliardario per vicende inesistenti – ha detto ancora il governatore in aula – visto che questo abbassa la fiducia negli investimenti e potrebbe persino portare a un abbassamento del rating. Il danno di immagine provocato alla Sicilia è incalcolabile”.
CRACOLICI “Oggi si chiude il primo tempo, proviamo a rimarginare una ferita che sappiamo non sarà facile rimarginare. Adesso inizia il secondo tempo, il tempo delle valutazioni anche degli errori commessi e per capire se siamo capaci di invertire radicalmente la rotta”. Lo ha detto il capogruppo del Pd all’Ars, Antonello Cracolici che ha evidenziato: “Mi chiedo non se è vera quella intercettazione, perché da questo punto di vista dubbi non ne ho più quando il procuratore di Palermo ha ufficialmente smentito la sua esistenza. Io mi chiedo ancora oggi perché è stata costruita questa patacca. Qual è l’obiettivo. Perché si voleva creare un fatto così eclatante alla vigilia del 19 luglio, portare lo scalpo di un presidente della Regione che rappresenta nel Paese uno dei simboli della lotta alla mafia. Come se attorno a questa storia si volesse uccidere la speranza. Questo mi inquieta. Attorno a quell’evento poteva per davvero chiudersi una stagione, e non una stagione di governo, ma una stagione di impegno civile, di ribellione al fenomeno mafioso. Certo, tanti errori sono stati fatti, che hanno potuto favorire che avesse presa quel tentativo. Una certa immagine di antimafia da operetta, spesso ha finito per esserci”.
CANCELLERI “E’ l’ennesimo discorso fallimentare, un’occasione mancata. Intriso di citazioni che non servono a nulla. E una vicenda su cui vorremmo scrivere la parola fine per il bene dei siciliani. Dimissioni immediate. Il Pd prenda la responsabilità di dire che Crocetta è un incapace amministrativo, inadeguato al ruolo e che lo mandi a casa anche con l’aiuto delle opposizioni. Dopo di che ridiamo la parola ai cittadini e formiamo loro un governo autorevole che ridia slancio alla Sicilia”. Lo ha detto il deputato regionale siciliano del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri. Cancelleri, poi, ha risposto all’ex deputato Fabrizio Ferrandelli, del Pd, che si è dimesso da Sala d’Ercole invitando i grillini a fare altrettanto: “Per smacchiarsi la coscienza non si doveva dimettere da deputato, ma dal Pd. Lui ha sostenuto questo governo, ha votato le finanziarie, ha avallato i mutui siciliani, ha votato contro le mozioni di sfiducia presentate da noi verso il governo. E oggi ci viene a fare la morale? Se fosse uscito dal Pd avremmo potuto prenderlo in considerazione. Ma restare all’interno del Pd che appoggia questo governatore è un insulto. Non saranno le dimissioni a far dimenticare ai cittadini chi è Ferrandelli”.
FALCONE “Per quanto ci riguarda questa esperienza di governo la si può considerare ormai conclusa, quello che questo governo e questa maggioranza Pd e Udc potevano dare lo hanno già dato, il nulla”, queste sono state le parole del capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone. “Aldilà di ogni profilo giudiziario che sarà valutato dalle competenti autorità – ha incalzato Falcone – Crocetta e il suo operato sono stati sfiduciati da Lucia Borsellino prima, con la lettera di dimissioni e da Manfredi Borsellino dopo, con quel pesantissimo atto di accusa rassegnato di fronte al Capo dello Stato il quale, con quell’abbraccio, in maniera altrettanto emblematica, ha voluto confermare e rimarcare un giudizio di profonda disapprovazione nei riguardi del governatore siciliano”. “Dinanzi a tutto ciò – ha concluso il capogruppo azzurro – vi e’ un Pd terrorizzato dal voto che riesce solo a tirare a campare, con la conseguenza di affossare solo la Sicilia”.
MUSUMECI “Noi riteniamo che la sua esperienza sia conclusa tristemente. E’ il tempo delle scelte responsabili. Lei rivendica il diritto alla ricerca della verità. A noi la vicenda dei nastri registrati, gravissima vicenda, non interessa, almeno non interessa al mio gruppo parlamentare. Il nostro giudizio lo abbiamo già espresso quando abbiamo detto che lei è inadeguato al ruolo”. Lo ha detto Nello Musumeci, deputato regionale siciliano leader dell’omonima lista, intervenendo in aula all’Ars. Quindi Musumeci ha aggiunto: “Renzi non deve confondere il suo ruolo di segretario di partito con quello di premier. Le vicende della Regione le affrontiamo in questa sede. Abbiamo la maturità per farlo. Lo dico perché riteniamo che il suo peggior nemico sia il suo partito, presidente. Quello che è accaduto in questi giorni, settimane e mesi, si ricongiunge a una condotta scellerata, schizofrenica, da parte del gruppo democratico e più a monte dei quadri dirigenti. Lei è stato sballottato senza rispetto umano e per il ruolo istituzionale che ricopre”. “ll Pd ha brandito il governatore che odia. Ha inventato un governatore rivoluzionario, e mentre lo difendeva, organizzava la sua sostituzione. Quanta ipocrisia. Tante volte le ho detto che lei è un uomo solo. E per due volte le abbiamo già chiesto di liberare quella sedia, scomoda e ingombrante, facendolo contro la sua maggioranza che voleva difendere la propria poltrona. Perché come si dicie, il tacchino vorrebbe che il natale non arrivasse mai”.
ARDIZZONE “A mio avviso ci possono essere i presupposti per andare avanti”. Così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, ha commentato l’intervento in Aula del presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta. “Intanto in questo momento, e lo dico senza alcun secondo fine, non si può andare ad elezioni a ottobre – ha proseguito -. Per altro, che si pontifichi da Roma che noi siamo senza bilancio 2016, in ogni caso tutto dovrebbe essere posticipato non prima della prossima primavera, nel 2016, se non ci sono le condizioni per andare avanti. Però nessuno può dettare l’agenda a questo Parlamento e alla Sicilia, se ci sono responsabilità dovranno essere evidenziate, ma nessuno si permetta dall esterno di buttare discredito sulla Sicilia. Poi se ci sono responsabilità penali e anche etiche che devono essere valutate dalla politica, possono emergere anche all interno di un dibattito che si può fare sui giornali e in Parlamento”.