Il governo vara la mappa depositi nucleari. Regioni in rivolta

Il governo vara la mappa depositi nucleari. Regioni in rivolta
5 gennaio 2021

E’ arrivato il via libera, con il nulla osta del ministero dello Sviluppo e del ministero dell’Ambiente, alla Sogin per la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), del progetto preliminare e dei documenti correlati per la costruzione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi che permetterà di conservare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività. La Sogin è la società statale responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi.

In pratica, è la mappa delle zone fra cui sarà scelto il luogo in cui costruire con 1,5 miliardi il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, rifiuti che oggi sono distribuiti dal Piemonte alla Sicilia in una ventina di depositi locali. Sono 67 i luoghi potenzialmente idonei (non sono tutti equivalenti tra di essi ma presentano differenti gradi di priorità a seconda delle caratteristiche) a ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi individuati in sette regioni: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. Nella Tavola generale allegata alla Cnapi sono indicati anche i Comuni interessati nelle sette regioni. E c’è già chi insorge in via preventiva contro l’ipotesi di entrare nella mappatura.

“La Sicilia rispetto a un tema così delicato e complesso, come quello dello smaltimento dei rifiuti nucleari e, quindi, della tutela ambientale, non può accettare l’idea di scelte calate dall’alto – ha detto l’assessore regionale siciliano al Territorio e Ambiente Toto Cordaro -. Riteniamo fondamentale, sul tema ambientale ancora più che su altri, un pieno confronto tra Governo nazionale, Governo Regionale e le comunità locali interessate”.  “Apprendiamo a ‘cose fatte’ e a distanza di anni, dell`inclusione di alcuni comuni pugliesi e lucani tra i siti in cui stoccare residui radioattivi – ha sottolineato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano -. È ferma e netta la contrarietà della Regione Puglia a questa opzione. I nostri sforzi verso un modello di sviluppo improntato sulla tutela dell`ambiente e della salute sono noti a livello internazionale”. In sostanza, “non si può imporre, ancora una volta, scelte che rimandano al passato più buio, quello dell`assenza della partecipazione, dell`umiliazione delle comunità, dell`oblio della storia e delle opportunità”.

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“La Carta nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee alla localizzazione del Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi include anche 22 siti nella provincia di Viterbo, che sarebbero potenzialmente validi per custodire le scorie nucleari italiane – ha detto Massimiliano Valeriani, assessore al Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio -. Apprezzo l’impegno del Governo per porre fine ai ritardi nella ricerca di un deposito unico per lo smaltimento degli scarti radioattivi, ma il territorio del Lazio presenta già un quadro fortemente impattante legato all’inquinamento nucleare di origine industriale e medica. Questa regione ospita le due ex centrali nucleari di Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, e di Borgo Sabotino, in provincia di Latina, oltre al Centro Ricerche dell’Enea Casaccia, nel Comune di Roma, dove si svolgono anche attività di studio e ricerca sulla medicina nucleare”.

Anche la Sardegna sul piede di guerra. “Apprendiamo che sarebbe prossima la pubblicazione della relazione tecnica predisposta dalla Sogin, per l’individuazione delle aree idonee allo smaltimento di scorie nucleari sul territorio nazionale – hanno affermato il segretario del Pd sardo, Emanuele Cani, e il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Gianfranco Ganau -. In attesa dell’ufficializzazione e che siano quindi pubblicati i risultati dello studio che potrebbe vedere la Sardegna come sede idonea, ribadiamo con forza la contrarietà ad accogliere il deposito di scorie nucleari sul nostro territorio regionale”. E poi “l’unanime posizione più volte ribadita dall’intera popolazione sarda”, e ancora “una seria mobilitazione in difesa dei sardi”, perché la Sardegna “ha già dato tanto al Paese in materia di servitù militari e non solo”. Con il via libera alla Carta, “parte la fase di consultazione dei documenti per la durata di due mesi, all’esito della quale si terrà, nell’arco dei quattro mesi successivi il seminario nazionale”. Sarà questo “l’avvio del dibattito pubblico vero e proprio – spiega il ministero dell’Ambiente – che vedrà la partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca, durante il quale saranno approfonditi tutti gli aspetti, inclusi i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere”.

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Il deposito nazionale e il Parco tecnologico saranno costruiti in un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco, come spiega il ministero dell’Ambiente. Il deposito avrà “una struttura a matrioska”; all’interno ci saranno “90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle”, in cui “verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all’interno i rifiuti radioattivi già condizionati”. In totale saranno “circa 78mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attività” a essere ospitati. L’investimento complessivo è di circa 900 milioni di euro e si stima che genererà oltre 4.000 posti di lavoro l’anno per 4 anni di cantiere, diretti (2.000 fra interni ed esterni), indiretti (1.200) e indotti (1.000).

Le 12 zone più interessate

La carta non dice il punto in cui bisognerà costruire il deposito. Delinea invece tutti i 67 luoghi in cui ci sono le condizioni tecniche per costruirlo e assegna i voti con una graduatoria.Ne emerge una mappa di 12 zone “verde smeraldo” con candidature molto solide che si concentrano in Piemonte (due in provincia di Torino e cinque in provincia di Alessandria) e nel Lazio (cinque in provincia di Viterbo).Eccole. Provincia di Torino: Rondissone-Mazze-Caluso; Carmagnola. Provincia di Alessandria: Alessandria-Castelletto Monferrato-Quargnento; Fubine-Quargnento; Alessandria-Oviglio; Bosco Marengo-Frugarolo; Bosco Marengo-Novi Ligure. L’area fra Alessandria-Castelletto-Quargnento e l’area Bosco Marengo-Novi sono le uniche di tutte le 67 aree individuate ad avere conseguito votazione piena con lode.Provincia di Viterbo: Montalto di Castro (due localizzazioni), Canino-Montalto di Castro, Corchiano-Vignanello, Corchiano.

Le altre 11 zone ad alto interesse

Altre 11 zone “verde chiaro” comprendono altri lotti ritenuti dai tecnici molto buoni per localizzarvi un deposito ma meno interessanti. Tecnicamente ottima ma con una votazione meno piena (nella mappatura hanno la classificazione verde chiaro) sono Castelnuovo Bormida-Sezzadio (Alessandria), un’area a Siena (in val d’Orcia fra Pienza e Trequanda) e una a Grosseto (Campagnatico).
Interessata la zona a cavallo tra le Murge e la provincia di Matera è molto coinvolta: un territorio in provincia di Bari (Gravina), due vaste aree tra Bari (Altamura) e Matera, una nella provincia di Matera e altre due zone ampie fra Matera e Taranto (Laterza).

Le altre aree meno interessanti nella lista di 67

Nella prima selezione di 67 aree idonee erano entrate, ma hanno una votazione molto bassa con colore celeste o giallo, anche alcune zone in provincia di Potenza e nelle due grandi isole Sicilia (in provincia di Caltanissetta, Trapani e Palermo con i comuni di Calatafimi-Segesta, Petralia Sottana e Butera) e la Sardegna (4 aree idonee in provincia di Oristano e 10 nella provincia del Sulcis, tutte sulle ondulazioni che circondano il Campidano: Siapiccia, Albagiara, Assolo, Mogorella, Usellus, Villa Sant’Antonio, Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Tuili, Ussaramanna, Gergei, Las Plassas, Villamar, Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Guasila, Ortacesus), Fra tutte quelle in provincia di Viterbo ci sono anche Ischia di Castro, Canino-Cellere-Ischia di Castro, due lotti a Canino, Tessennano-Tuscania, Arlena di Castro-Piansano-Tuscania, Piansano-Tuscania, Tuscania, un’altra area Canino-Montalto, Arlena di Castro-Tessennano-Tuscania, Arlena di Castro-Tuscania 1 e 2, Tarquinia-Tuscania, Soriano nel Cimino, Soriano nel Cimino-Vasanello-Vignanello, Gallese-Vignanello, Corchiano-Gallese. In Basilicata sono ricomprese nella mappa delle candidature diverse località a Genzano di Lucania (Potenza), Acerenza, Oppido Lucano (Potenza) e Irsina (Matera).

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