L’economista francese Philippe Aghion, appena insignito del Premio Nobel per l’Economia 2025, ha lanciato un allarme severo sull’Europa, accusandola di aver perso terreno nella sfida tecnologica globale con Stati Uniti e Cina. Di fronte a un panorama dominato da innovazioni rivoluzionarie oltreoceano, il Vecchio Continente rischia di restare marginale se non saprà cambiare rotta.
Intervenuto a France 2, Aghion ha descritto un’Europa che rincorre con innovazioni di carattere incrementale rispetto alle “scosse tecnologiche” che da decenni animano Usa e Cina. “Dagli anni Novanta loro sviluppano innovazioni dirompenti e ad alta tecnologia, mentre noi restiamo confinati in innovazioni incrementali, di medio livello”, ha spiegato. Il risultato, ha aggiunto, è un declino economico inarrestabile se il continente non ritroverà uno spirito innovativo vero e proprio.
Nonostante il quadro critico, il Nobel ha voluto lasciare un barlume di speranza: è ancora possibile per l’Europa recuperare e affiancarsi ai giganti Usa e cinesi. Ma per farlo, ha sottolineato, serve una rivoluzione culturale e strutturale, capace di trasformare sfide in opportunità.
Molti imputano la scarsa competitività europea a un modello sociale “pesante”, caratterizzato da ampi benefici, orari più brevi e protezioni lavorative. Tuttavia Aghion ribalta questa percezione: “Abbiamo una leadership in democrazia, libertà, modello sociale e tutela ambientale, e molte persone desiderano venire a lavorare qui”. Secondo lui, queste qualità possono diventare il punto di forza su cui costruire un sistema capace di sostenere l’innovazione.
Quel che manca, invece, è un ambiente economico snello e dinamico: “Dobbiamo svegliarci e costruire un ecosistema che favorisca l’innovazione”. L’eccessiva burocrazia rappresenta un freno pesante all’iniziativa privata e alla crescita.
In un’intervista a Le Monde, Aghion è stato ancora più esplicito, definendo l’Unione europea “un ostacolo” per la Francia, a causa di limiti di bilancio troppo rigidi e di una politica della concorrenza che soffoca qualsiasi politica industriale concreta. Tuttavia, segnali positivi emergono dalle nuove intenzioni di spesa pubblica tedesca, che potrebbero mutare il ruolo dell’Europa da “gigante regolatorio e nano di bilancio” a “catalizzatore” di crescita.
Per il Nobel, è possibile creare un sistema europeo che promuova l’innovazione senza sacrificare il modello sociale. Come già affermato, “l’innovazione non deve necessariamente avvenire a scapito della protezione dei lavoratori”.