Il nuovo Italicum prende forma, ma e’ scontro sul Consultellum

Il nuovo Italicum, frutto del patto del Nazareno rivisto da Matteo Renzi e Silvio Berlusconi nell’incontro dello scorso 12 novembre, prende forma nei due emendamenti presentati oggi in commissione Affari Costituzionali al Senato dalla relatrice del testo Anna Finocchiaro. Premio di maggioranza di 340 seggi alla lista, anziché alla coalizione, che ottenga almeno il 40%, soglia di sbarramento per le liste non collegate al 3%, anziché all’8%, capilista bloccati e potenti: saranno gli unici a potersi candidare in piu’ collegi fino a un massimo di dieci. Con gli emendamenti Finocchiaro, inoltre, vengono istituiti 100 collegi plurinominali e si prevede che, insieme al simbolo, i partiti che si candidano a governare depositino il programma elettorale nel quale dichiarano il nome e cognome della persona da loro indicata come capo della forza politica. Non e’ prevista invece la parita’ di genere nell’unica posizione che conta in lista, cioe’ la prima: nel numero complessivo dei candidati capolista nei collegi di ciascuna circoscrizione e’ sufficiente che non vi sia piu’ del sessanta per cento di candidati dello stesso sesso.

C’e’ invece la doppia preferenza di genere: ogni elettore potra’ esprimere uno o due voti di preferenza e, in caso di espressione della seconda preferenza, deve scegliere un candidato di sesso diverso rispetto al primo. Le liste dei candidati nei collegi plurinominali infine saranno piu’ lunghe perché a ogni collegio e’ assegnato un numero di seggi non inferiore a tre e non superiore a nove”, anziché fino a sei. Se i due emendamenti depositati dalla relatrice “hanno trovato la convergenza piu’ larga nella discussione in commissione”, come ha assicurato Finocchiaro, dicendosi fiduciosa di poter approvare il testo in commissione prima di Natale, divide – e parecchio – il tema sollevato da Roberto Calderoli di una clausola di salvaguardia che renda applicabile l’attuale legge elettorale, ovvero quella risultante dalla sentenza della Consulta che ha bocciato il Porcellum. La questione e’ stata espunta dall’ordine del giorno presentato dal leghista oggi (si e’ votato solo sui punti condivisi del documento passato con nessun voto contrario e quattro astenuti di M5S e Sel) e rinviata alla prossima settimana. La vexata quaestio e’: se la legislatura dovesse finire in anticipo, con che legge si andrebbe al voto? Per il sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti “come dice la Consulta” nella sentenza con cui ha bocciato il Porcellum l’attuale legge e’ “autoapplicativa”.

Quindi “si puo’ andare a votare con il Consultellum se si vuole”. Ma il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, sottolinea che la clausola di salvaguardia “non ha molta utilita’ politica perché torneremo a votare nel 2018 con una nuova legge elettorale e anche con le riforme costituzionali gia’ sottoposte a referendum”. Tuttavia, aggiunge, “non e’ detto” che se la legislatura finisse con anticipo si andrebbe a votare con il Consultellum. “In Commissione – spiega – si e’ parlato anche della possibilita’ del Mattarellum”. Finocchiaro fa sapere che come relatrice presentera’ “una proposta quando il terreno sara’ solido e troveremo la necessaria condivisione”. Ma tra i senatori di opposizione circola un sospetto sulle intenzioni del governo: “Sul Consultellum la Commissione ha deciso di prendere tempo.

Non vorrei che questa dilazione sia solo tattica e propedeutica a un bel decreto legge”, denuncia l’ex M5S Francesco Campanella, senatore di Italia Lavori In Corso. Per Calderoli, che annuncia un nuovo ordine del giorno se non si trova un accordo, e’ quasi una certezza: il governo, spiega, non vuole fare nulla per “mettere a sistema” il Consultellum “perché altrimenti ci sarebbe una legge pronta per andare al voto”. Il governo di Matteo Renzi, e’ il ragionamento del leghista, “vuole approvare l’Italicum e se la legislatura finisce in anticipo fa un bel decreto per estenderlo anche all’elezione del Senato”. L’esame dell’Italicum comunque entrera’ nel vivo la prossima settimana. Domani scadra’ alle 20 il termine per gli emendmaneti e giovedi’ alla stessa ora quello per i subemebdamenti.

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