Papa Bergoglio al Congresso Usa: abolite la pena di morte

Papa Bergoglio al Congresso Usa: abolite la pena di morte
24 settembre 2015

Un discorso calibrato, che ha toccato le corde del popolo americano con temi come la libertà, la famiglia ed il grande sogno americano. Ma con un approccio soavemente rivoluzionario quello di Francesco al Congresso degli Stati Uniti, un evento già catalogato come “storico” dai mass media per il suo dipanarsi, per i suoi contenuti e perché si è comunque trattato della prima visita di un Pontefice romano in uno dei santuari del potere della superpotenza americana. Una “stanza dei bottoni”, spesso attraversata e pungolata dai cosiddetti “poteri forti” che, comunque, ha voluto tributare al papa argentino una sorta di standing ovation e ben 36 applausi che hanno interrotto il discorso papale anche nelle parti più ostiche all’ala conservatrice. Bergoglio, infatti, non ha avuto il timore di porre sul tavolo questioni da sempre poco digerite da almeno una parte dell’opinione pubblica americana, come la fine della pena di morte, la necessità di puntare sempre alla riabilitazione di chi ha sbagliato, la difesa del creato e la supremazia della politica sull’economia e la finanza. Ma anche una forte denuncia del commercio delle armi che lorda di sangue il pianeta in quella che lo stesso Francesco ha sempre definito una “terza guerra mondiale” a bassa intensità.

Parlando a senatori e parlamentari, il papa ha ricordato la regola d’Oro” che si rifà al motto evangelico Fai agli altri ciò che vorresti che gli altri facessero a te, aggiungendo che questa regola ci mette anche di fronte alla nostra responsabilità di proteggere e difendere la vita umana in ogni fase del suo sviluppo”. “Questa convinzione mi ha portato, fin dall’inizio del mio ministero, – ha spiegato nel suo discorso al Congresso – a sostenere a vari livelli l’abolizione globale della pena di morte. Sono convinto che questa sia la via migliore, dal momento che ogni vita è sacra, ogni persona umana è dotata di una inalienabile dignità, e la società può solo beneficiare dalla riabilitazione di coloro che sono condannati per crimini”. Francesco ha, quindi, ricordato come proprio recentemente gli stessi vescovi statunitensi hanno rinnovato il loro appello per l’abolizione della pena di morte. “Io – ha sottolineato – non solo li appoggio, ma offro anche sostegno a tutti coloro che sono convinti che una giusta e necessaria punizione non deve mai escludere la dimensione della speranza e l’obiettivo della riabilitazione”. Poi il tema, sempre caro a questo pontificato, dell’essere al servizio del dialogo e della pace che “significa anche essere veramente determinati a ridurre e, nel lungo termine, a porre fine ai molti conflitti armati in tutto il mondo”.

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“Qui dobbiamo chiederci: – ha detto il Papa rivolgendosi ai rappresentanti del Congresso – perché armi mortali sono vendute a coloro che pianificano di infliggere indicibili sofferenze a individui e società? Purtroppo, la risposta, come tutti sappiamo, è semplicemente per denaro: denaro che è intriso di sangue, spesso del sangue innocente. Davanti a questo vergognoso e colpevole silenzio, è nostro dovere affrontare il problema e fermare il commercio di armi”. Un nervo scoperto nel tessuto connettivo del sistema americano che, malgrado gli sforzi dell’amministrazione Obama, sembra non riuscire nemmeno ad arginare la vendita di armi negli stessi Usa. Il papa ne ha dato una spiegazione invitando la politica a non essere “sottomessa” all’economia e alla finanza ma strumento vero di servizio all’uomo e alla casa comune che è il mondo. “Qualsiasi attività politica – ha detto in un’altra parte del suo discorso al Congresso – deve servire e promuovere il bene della persona umana ed essere basata sul rispetto per la dignità di ciascuno”, citando anche un passo della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti, nella quale si afferma che “che tutti gli uomini sono creati uguali, che sono dotati dal loro Creatore di alcuni diritti inalienabili, che tra questi ci sono la vita, la libertà e il perseguimento della felicità”. “Se la politica dev’essere veramente al servizio della persona umana, – ha quindi commentato rivolgendosi a parlamentari e senatori – ne consegue che non può essere sottomessa al servizio dell’economia e della finanza. Politica è, invece, espressione del nostro insopprimibile bisogno di vivere insieme in unità, per poter costruire uniti il più grande bene comune: quello di una comunità che sacrifichi gli interessi particolari per poter condividere, nella giustizia e nella pace, i suoi benefici, i suoi interessi, la sua vita sociale. Non sottovaluto le difficoltà che questo comporta, ma vi incoraggio – ha concluso il Papa – in questo sforzo”.

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