Cronaca

Il Papa: “Quante stragi d’innocenti nel mondo, i Gesu’ di oggi”

Nel solenne messaggio natalizio dalla Loggia centrale di San Pietro, Papa Francesco ha intessuto un epico richiamo alla pace, attraverso un discorso ricco di sfumature e profondità che ha attraversato i confini geografici, mettendo in evidenza le sofferenze di milioni di vite in tutto il mondo. Il Pontefice ha toccato le corde più profonde dell’umanità, iniziando con un passo commovente che ha descritto le molteplici tragedie degli innocenti: “Quante stragi di innocenti nel mondo: nel grembo materno, nelle rotte dei disperati in cerca di speranza, nelle vite di tanti bambini la cui infanzia è devastata dalla guerra”. 

Francesco ha rievocato la figura del “piccolo Gesù di oggi”, evidenziando le realtà cruente e spesso dimenticate: “Sono i piccoli Gesù di oggi, questi bambini la cui infanzia è devastata dalla guerra, dalle guerre”. Il Papa ha costruito il suo messaggio su un pilastro centrale: il coraggio di dire “no” alla guerra in tutte le sue manifestazioni. Ha denunciato la logica stessa della guerra come “viaggio senza meta, sconfitta senza vincitori, follia senza scuse”. Questo coraggioso rifiuto, ha sottolineato Francesco, deve estendersi anche alle armi: “Per dire ‘no’ alla guerra bisogna dire ‘no’ alle armi”. Il Pontefice ha quindi affrontato il dilemma morale e politico legato all’aumento della produzione, vendita e commercio delle armi, chiedendo “come si può parlare di pace se aumentano la produzione, la vendita e il commercio delle armi?”.

Il messaggio si è trasformato in un appello accorato per situazioni specifiche di crisi globale. Francesco ha dedicato ampio spazio alla Terra Santa, implorando una pace duratura: “Preghiamo per la pace in Israele e Palestina”. Il Papa ha ampliato il suo sguardo, sollecitando la pace per la Siria, lo Yemen, il Libano, l’Ucraina e le tensioni tra Armenia e Azerbaigian. Ha attraversato continenti, abbracciando le sfide del Sahel, del Corno d’Africa, del Sudan, del Camerun, della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan.

Il Pontefice ha posto particolare attenzione al continente americano, chiedendo soluzioni per i dissidi sociali e politici e affrontando il tema delle migrazioni: “Di essere voce di chi non ha voce: voce degli innocenti, morti per mancanza di acqua e di pane; voce di quanti non riescono a trovare un lavoro o l’hanno perso; voce di quanti sono obbligati a fuggire dalla propria patria in cerca di un avvenire migliore, rischiando la vita in viaggi estenuanti e in balia di trafficanti senza scrupoli”. Con il Giubileo all’orizzonte, Papa Francesco ha concluso il suo messaggio con una fervente chiamata a convertire i cuori, a dire “no” alla guerra e “sì” alla pace: “Fratelli e sorelle, si avvicina il tempo di grazia e di speranza del Giubileo, che inizierà tra un anno. Questo periodo di preparazione sia occasione per dire ‘no’ alla guerra e ‘sì’ alla pace”.

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