Pd perde altri pezzi. Schlein: spiace per chi va via, ma forse aveva sbagliato prima

Pd perde altri pezzi. Schlein: spiace per chi va via, ma forse aveva sbagliato prima
Elly Schlein
9 settembre 2023

Il Partito democratico perde ancora pezzi. Il consigliere regionale della Liguria, Pippo Rossetti e la consigliera comunale a Genova Cristina Lodi, entrambi del Pd, hanno lasciato il partito ed hanno aderito ad Azione. “Dopo tanti anni di militanza constato che il tentativo di fare sintesi dei riformismi liberali, socialisti, popolari, comunisti si è esaurito – ha annunciato Rossetti -. Il successo alle primarie di Elly Schlein è l’esito di un percorso che via via si è sviluppato dentro e fuori il partito che da partito di centro sinistra si è trasformato in un partito senza il centro. Una radicalizzazione della posizione che considero legittima, che è profonda e che non condivido. Ho aderito con coraggio e entusiasmo ad Azione di Carlo Calenda, allo scopo di dare un contributo collettivo a questa giovane forza politica che si dichiara antifascista ed è fortemente impegnata a sviluppare una concreta progettualità che unisca tutti i riformismi alternativi al populismo e alle destre e tenga il punto sulle grandi questioni sociali ed economiche del paese”. 

 

La replica di Elly

 

La scelta di Rossetti e Lodi è stata fatta anche da altri 29 iscritti al Pd che hanno ruoli nel partito nell’area metropolitana di Genova o che sono stati candidati per il Partito democratico. Insieme hanno scritto una lettera al Pd ligure, al suo segretario Davide Natale, al Pd genovese e al suo segretario Simone D’Angelo in cui formalizzano il loro passaggio al partito di Calenda. Dispiace quando qualcuno va via dal partito, ma se non si condividono le battaglie su lavoro, diritti, salario minimo, allora “forse l’indirizzo era sbagliato prima…” ha replicato Elly Schlein, segretaria del Pd, intervistata alla festa del Fatto Quotidiano. “Se il Pd avesse fatto sempre tutto bene io non avrei mai vinto le primarie del Pd. Allora forse – è stata la premessa di Schlein – c’era una forte spinta dalla base per ritrovare un’identità chiara intorno ad alcuni temi: giustizia sociale, riduzione delle diseguaglianze; conversione ecologica; lavoro di qualità. Su questi temi – ha proseguito il ragionamento Schlein – si può stare insieme, anche con diverse sensibilità al nostro interno. Credo sia un’agenda che unisce anche le varie sensibilità del Pd”.

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L’avvertimento di Bonaccini

 

Sugli addii al partito, Schlein ha ribattuto: “Credo che è sempre un dispiacere quando qualcuno decide di andare via, dopodiché se ci rendiamo conto che qualcuno può non sentirsi a casa in un Pd che si batte per salario minimo, ambiente, diritti e lavoro di qualità, allora forse l’indirizzo era sbagliato prima…”. Del resto “noi abbiamo svolto un congresso dopo una sconfitta molto dura alle elezioni politiche. Molti commentatori ipotizzavano la fine, la morte del Pd. Così non è stato perché abbiamo fatto un congresso vero, sul futuro. La partecipazione alle primarie è il segno di un partito vitale, tutt’altro che morto” con un elettorato che “esprimeva anche un bisogno di cambiamento, e il cambiamento incontra sempre resistenze”. Un avvertimento a Schlein arriva da un pezzo da novante del Nazareno. “Sbaglia chi lascia il partito, ma si torni subito a una vocazione maggioritaria. Un Pd piccolo e radicale non serve – ha commentato Stefano Bonaccini, presidente del Pd, in un’intervista al ‘Domani’. Credo che ci sia bisogno di tutto fuorché di questo. Rispetto le scelte di tutti ma non condivido. Batteremo la destra quando smetteremo di rubarci personale politico e lo zero virgola qualcosa”.

 

Azione in confusione

 

E tuttavia “è essenziale che il Pd recuperi rapidamente la proprio vocazione maggioritaria: abbiamo bisogno di un partito più grande ed espansivo che punti a tornare al governo, non di un partito più piccolo e radicale. Credo che Elly sia la prima a doversi e volersi fare carico di questo”, ha concluso l’ex segretario Pd. Intanto, con l’arrivo dei trenta esponenti oramai ex Pd, Azione, il partito di Carlo Calenda, è in piena confusione: l’ingresso tra i suoi iscritti degli ex Pd Pippo Rossetti e Cristina Lodi, infatti, sposta la linea del movimento che dopo avere garantito appoggio esterno al sindaco Marco Bucci annuncia adesso di volersi collocare all’opposizione. Una situazione spiacevole per i consiglieri comunali e municipali eletti in una delle liste civiche che hanno appoggiato il primo cittadino alle amministrative dello scorso anno e, da allora, schierati con la giunta attualmente in carica.

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