Il piano dell’Europa per l’indipendenza energetica da Russia e da fossili

Il piano dell’Europa per l’indipendenza energetica da Russia e da fossili
Paolo Gentiloni
18 maggio 2022

Il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, ha affermato a Bruxelles che il nuovo piano “REpowerEU”, presentato oggi dalla Commissione per arrivare entro pochi anni all’indipendenza energetica prima dalla Russia e poi dalle fonti fossili, è in realtà “un capitolo aggiuntivo”, “una appendice” del Recovery Plan post pandemico dell’Ue, il “Next Generation EU”, e in particolare del suo strumento principale, il Fondo (Rrf) per la ripresa e la resilienza, declinato nei diversi Stati membri con i Piani nazionali Pnrr. Parlando alle tv italiane al termine della sua conferenza stampa dopo la riunione settimanale del collegio dei commissari che ha preso una serie di importanti decisioni, Gentiloni ha sottolineato che questo collegamento, o comunque l’allargamento del campo di applicazione del Fondo Rrf alla transizione energetica, “rafforza la svolta storica” che l’Ue ha compiuto quando ha deciso di dotarsi di uno strumento comune, attraverso un debito comune, per obiettivi comuni. Il commissario ha illustrato anche un’altra iniziativa della Commissione oggi, il sostegno macrofinanziario all’Ucraina per 9 miliardi di euro, evidenziando anche in questo caso un collegamento con un altro strumento adottato in risposta alla pandemia, il meccanismo “Sure”. “Queste le due principali decisioni di una giornata in cui le decisioni non sono mancate”, ha osservato.

“Il piano per affrontare la transizione energetica che abbiamo denominato ‘REpowerEU’ è in fondo un capitolo aggiuntivo del ‘Recovery Plan’, quindi ci saranno risorse aggiuntive, sia come trasferimenti che come prestiti, per poter affrontare con lo stesso meccanismo del ‘Recovery Plan’, ovvero investimenti e riforme concordati con la Commissione, le sfide della transizione energetica”, ha spiegato Gentiloni. “L’obiettivo è chiaro: essere indipendenti dal gas del petrolio Russi in particolare, e andare verso le energie rinnovabili e la transizione climatica. Ma i tempi – ha avvertito il commissario – sono molto, molto impegnativi e quindi sono necessarie le risorse. Questo è il motivo per cui abbiamo presentato questa, diciamo così, seconda parte più ridotta del Recovery Plan, dedicato in questo caso alla transizione energetica”. “Io penso – ha continuato Gentiloni – che sia una grande decisione. Innanzitutto il fatto di avere agganciato questa nuova iniziativa europea, questo nuovo sforzo, al meccanismo esistente nel Fondo Rff per la ripresa e resilienza, con la stessa chiave di distribuzione dei fondi che c’era nel Recovery Plan iniziale e con la possibilità quindi per paesi come l’Italia di avere un accesso a prestiti e a trasferimenti in modo molto significativo”. A quanto hanno spiegato altre fonti della Commissione, l’Italia, ad esempio, che nel suo Pnrr ha già chiesto di avere tutti i prestiti che le sono stati assegnati con il Fondo Rrf, potrà chiedere in più una parte di quei prestiti, attingendo ai fondi (225 miliardi di euro) che non sono stati ancora impegnati, perché gli Stati membri destinatari non li hanno chiesti. In realtà, la cifra si riduce a 155 miliardi se si considera che la Spagna ha già annunciato di voler utilizzare tutti i 70 miliardi di prestiti che le spettano, e che finora non aveva chiesto.

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“L’importante – ha insistito Gentiloni – è questo collegamento che c’è al ‘Next Generation EU’, perché rafforza quella che è stata una svolta storica per l’Unione europea: dotarsi di uno strumento comune attraverso un debito comune” per obiettivi comuni. “Ora si crea un capitolo aggiuntivo, un’appendice, sulla transizione energetica. E io penso che il fatto di aver legato questo strumento al Recovery Plan sia la soluzione ideale, perché rafforza un pilastro che abbiamo costruito nella risposta al Covid”. “È chiaro che abbiamo di fronte una montagna di investimenti” da fare, “una sfida per l’Unione europea. Ed è evidente – ha aggiunto il commissario – che questa sfida debba essere affrontata anche ponendosi il problema di come finanziare tutte queste operazioni. Penso che stiamo facendo il possibile con le risorse che abbiamo già, sia con il bilancio ordinario dell’Ue, sia con quello di ‘Next Generation EU’; ma non perdiamo mai di vista il fatto che il bilancio ordinario dell’Unione europea è simile al bilancio di un piccolo paese europeo, e quindi molto, molto inferiore al bilancio di un paese come l’Italia. Quindi non possiamo chiedere all’Europa, intesa come il bilancio ordinario della Commissione europea, di fare miracoli; possiamo chiederglielo nella misura in cui scatta di nuovo un meccanismo che mette insieme le risorse comuni per obiettivi comuni”, ha sottolineato ancora Gentiloni.

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E’ vero che è stata introdotta qualche deroga temporanea dagli obiettivi climatici e ambientali puri e duri. “Ci sarà la possibilità di finanziare alcuni strumenti, in particolare relativi al gas liquefatto, che possono essere di aiuto” nella transizione, ovvero “nel periodo tra oggi e quando avremo una sufficiente indipendenza dal gas e petrolio russi, e un contributo maggiore delle rinnovabili”, ha precisato Gentiloni. Ma il commissario ha assicurato che “non ci sarà nessun passo indietro sulla transizione climatica. Anzi nel progetto lanciato oggi, gli obiettivi vengono confermati o addirittura rafforzati, sia per le rinnovabili e l’energia solare che per i tempi della transizione”, e anche per l’efficienza energetica. In una giornata con molte decisioni da parte della Commissione, abbiamo inoltre presentato – ha riferito ancora Gentiloni – una decisione per un fondo di sostegno immediato all’Ucraina di 9 miliardi di euro, che servirà nei prossimi mesi a sostenere una economia che sta subendo una distruzione senza precedenti, non solo dal punto di vista umano delle vittime delle sofferenze, ma anche dal punto di vista della distruzione di strade, di reti, edifici, insomma del futuro di questo paese”.

Contemporaneamente – ha aggiunto il commissario – mettiamo in piedi una piattaforma per un futuro ‘piano Marshall’, per così dire, se vogliamo essere ottimisti. Ma certo la guerra finirà, e quando finirà bisogna essere protagonisti della ricostruzione. Anche perché quello che l’Ucraina vuole è stare nella famiglia Europea, questo è un po’ l’orizzonte oggi del Popolo ucraino, mentre combatte e difende la propria indipendenza”. E anche per il finanziamento del sostegno macrofinanziario all’Ucraina, non manca il riferimento alle soluzioni trovate dalla Commissione in risposta alla crisi economica provocata dalla pandemia. “Nel 2020 – ha ricordato Gentiloni durante la sua conferenza stampa – avevamo due modelli: il meccanismo Sure (prestiti raccolti dalla Commissione sui mercati per sostenere i sistemi nazionali di cassa integrazione, e poi restituiti dagli Stati che li hanno utilizzati, ndr), e il Fondo Rrf per la ripresa e resilienza”, che comprendeva invece una forte componente di sovvenzioni. “Credo che, diversamente dal Fondo Rrf, che richiedeva le ratifiche dei parlamenti nazionali”, in questo caso “Sure sia il modello per agire velocemente, nello spazio di settimane, non di mesi”, ha concluso il commissario.

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