Il premierato arriva al Quirinale, Meloni ci crede: se si va al referendum vince il sì

Il premierato arriva al Quirinale, Meloni ci crede: se si va al referendum vince il sì
Giorgia Meloni
14 novembre 2023

La riforma del premierato è arrivata al Quirinale e da qui dovrebbe passare al Senato, per il primo dei quattro passaggi parlamentari. Un itinerario che, sebbene ancora da definire in molti dettagli, sembra trovare nel governo una certezza fiduciosa riguardo al suo esito finale. Le parole della premier, Giorgia Meloni, rilasciate in un’intervista ad Affaritaliani.it, confermano la fiducia nel successo della riforma.

 

Un sondaggio promuove il premierato

 

Meloni ha sottolineato che in caso l’elezione diretta del capo del governo non raggiungesse i necessari due terzi dei voti parlamentari e si dovesse ricorrere al referendum, è convinta che gli italiani abbracceranno l’opportunità storica di guidare il Paese verso la Terza Repubblica, rendendola una democrazia più matura, stabile ed efficiente. Un sondaggio realizzato da Lab21.01 per Affaritaliani.it rivela che il 57,3% degli italiani è favorevole all’elezione diretta del premier, mentre il 42,7% è contrario. Riguardo a un eventuale referendum, il 48,2% dei partecipanti ha dichiarato di votare sì, mentre il 25,2% voterebbe no, e il 26,7% si dichiara ancora indeciso. Intanto, come detto, il disegno di legge di riforma costituzionale che introduce il premierato è stato trasmesso al Quirinale dopo essere stato approvato dal Consiglio dei ministri il 3 novembre scorso.

 

La ministra Casellati

 

Il percorso della “madre di tutte le riforme” è tracciato, anche se il cammino è appena cominciato. C’è un’impazienza palpabile, forse alimentata dalla presenza di un’altra riforma, l’autonomia differenziata della Lega, che procede a passi più spediti nel Parlamento. Il ministro per le Riforme, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha sottolineato l’impegno nel coinvolgere l’opposizione nel processo di formulazione della riforma. Ha evidenziato che, nonostante le resistenze iniziali riguardo all’elezione del Capo dello Stato, si è cercato un punto di incontro, optando infine per l’elezione diretta del Presidente del Consiglio insieme a Giorgia Meloni, Matteo Salvini, e Antonio Tajani.

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Casellati ha espresso la sua volontà di ascoltare e accogliere emendamenti coerenti, sottolineando la necessità di un confronto costruttivo per costruire una riforma che vada oltre le divisioni politiche e serva l’Italia nel suo complesso. La ministra ha, inoltre, manifestato la sua irritazione riguardo alla percezione che la riforma sembri improvvisata, sottolineando la volontà di collaborare ma non sotto dettatura, auspicando un coinvolgimento attivo dell’opposizione in questo importante processo di cambiamento istituzionale. 

“Ci sono 9 articoli della Costituzione che stabiliscono i poteri del Presidente della Repubblica e non vengono toccati – ha spiegato Casellati – è una colossale bugia dire il contrario. Sul Parlamento il premierato comportava il “simul stabunt simul cadunt”; noi l’abbiamo alleggerita, dando peso al Parlamento. Ma di cosa stiamo parlando!” ha detto Casellati in merito alle affermazioni della segretaria del Pd Elly Schlein secondo la quale il premierato intacca i poteri del Presidente della Repubblica e quelli del Parlamento.

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