Il principe in Ucraina: 130mila mutilati, Harry sfida Putin nel cuore di Kiev
Principe Harry
La cifra è impressionante quanto drammatica: 130mila soldati feriti. Un numero che equivale alla popolazione di una città di medie dimensioni, trasformata in un catalogo vivente di amputazioni, traumi e vite spezzate. È questo l’esercito invisibile che Harry vuole riportare sotto i riflettori internazionali.
L’incontro che ha cambiato tutto
Dietro questa missione c’è una donna dal nome che risuona come un simbolo di resilienza: Olga Rudnieva. Fondatrice e Ceo del Superhumans Trauma Centre di Leopoli, il principale centro ucraino per la cura degli amputati, Rudnieva aveva invitato Harry a Kiev mesi fa. L’incontro casuale di qualche settimana fa negli Stati Uniti ha trasformato quell’invito in realtà.
Il principe aveva già visitato il centro di Leopoli ad aprile, ma è stato quell’incontro fortuito in America a convincerlo definitivamente. “Dobbiamo continuare a umanizzare le persone coinvolte in questa guerra. Dobbiamo tenerlo a mente. Spero che questo viaggio contribuisca a far sì che le persone capiscano, perché è facile perdere la sensibilità su ciò che sta accadendo”.
Le parole di Harry toccano il cuore del problema: la normalizzazione dell’orrore. Mentre l’Occidente si abitua ai bollettini di guerra quotidiani, migliaia di giovani soldati ucraini affrontano una battaglia ancora più dura: quella per ricostruire le proprie vite dopo aver perso arti, vista, mobilità.
La Invictus Games Foundation, nata dall’esperienza personale di Harry come veterano dell’Afghanistan, rappresenta oggi uno degli strumenti più efficaci per la riabilitazione attraverso lo sport. I Giochi Invictus, che il principe ha fondato nel 2014, hanno già dimostrato il potere terapeutico della competizione sportiva per i veterani feriti.
Una guerra che non finisce mai
La presenza di Harry a Kiev assume un significato che va oltre il gesto umanitario. Arriva in un momento cruciale, quando l’attenzione internazionale sul conflitto ucraino rischia di scemare sotto il peso della routine quotidiana. Le notizie di guerra si susseguono, ma il prezzo umano viene spesso relegato nelle statistiche.
I 130mila feriti stimati all’inizio dell’anno rappresentano solo la punta dell’iceberg di una tragedia che si perpetua quotidianamente. Dietro ogni numero c’è una storia di dolore, ma anche di potenziale rinascita. È questo il messaggio che il principe vuole lanciare dalla capitale ucraina.
Il Superhumans Centre di Leopoli, dove tutto è iniziato, non è solo un ospedale: è un simbolo di resistenza. Qui, i soldati che hanno perso parti del corpo imparano a camminare di nuovo, a correre, a sognare un futuro oltre la guerra. È qui che Harry ha compreso l’importanza di non limitarsi a curare le ferite, ma di restituire dignità e speranza.
La visita di oggi si inserisce in una strategia più ampia della Invictus Games Foundation. L’obiettivo è creare un network internazionale di supporto che non si limiti alle cure mediche, ma che includa il reinserimento sociale, professionale e sportivo dei veterani feriti. Un modello che ha già dato risultati straordinari in altri paesi e che ora viene esportato in Ucraina.
