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Il radicale Blengino si fa arrestare, punta a Consulta su cannabis

Archiviazione, arresto, rilascio con denuncia. L’obiettivo del segretario dei radicali italiani Filippo Blengino è dichiarato: finire in tribunale per chiedere al giudice di sollevare la questione di legittimità costituzionale sull’articolo 18 del decreto sicurezza che ha equiparato la cannabis light a qualsiasi altro stupefacente.

La norma del dl sicurezza, voluta con forza dal governo e dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano, ha ‘terremotato’ la legge nazionale, entrata in vigore nel 2017, che prevedeva la liceità delle inflorescenze con contenuto psicotropo inferiore allo 0,2% e che aveva fatto fiorire il settore della canapa industriale dall’edilizia all’agroalimentare, dalla cosmesi alla farmaceutica.

Quando la procura ha deciso di archiviare il suo caso di spaccio legato all’apertura di un negozio di cannabis Cbd, Blengino ha prima protestato: “le motivazioni dell’archiviazione sfiorano l’assurdo: secondo la Procura non vi sarebbe spaccio perché l’atto avrebbe avuto un ‘significato politico’. Come se dichiarare politico un comportamento fosse una scriminante. Siamo tornati indietro di anni: oggi chi vende, cede o semplicemente detiene cannabis light, una sostanza non drogante che fino a ieri era sugli scaffali di tabaccherie e negozi, rischia il carcere”.

Poi ha rilanciato allestendo un ‘tavolo di spaccio’ a Torino con bilancino e circa mezzo chilo di cannabis di cui ha venduto “piccole quantità”. Con il risultato di essere arrestato dai carabinieri, che dopo qualche ora lo hanno rilasciato. “Non sono state richieste misure cautelari dal Pm, ma – ha comunicato in una nota – sono stato denunciato per spaccio e la merce è stata sequestrata”.

La denuncia è la ‘sua’ strada per il tribunale dove il segretario punta a spiegare le “nostre ragioni: quelle del diritto, degli imprenditori e dei produttori che il governo ha trasformato in narcos. In quella sede chiederemo al giudice di sollevare la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 18 del decreto Sicurezza”. A lui la solidarietà di Riccardo Magi e Benedetto della Vedova di +Europa, di Roberto Giachetti (ex radicale, ora in Iv) e del deputato di Azione Fabrizio Benzoni.

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Redazione