Il ritorno trionfale del Vespucci: 3 miliardi di euro e un assalto a New York

Oltre 1,3 milioni di visitatori, 11 mila posti di lavoro creati e un ritorno economico da record: il Vespucci World Tour si conferma uno strumento di marketing istituzionale e di diplomazia culturale.

Amerigo Vespucci (1)

Amerigo Vespucci

Dopo due anni di tournée mondiale, l’Amerigo Vespucci, la nave scuola della Marina Militare italiana, è pronta a scrivere un nuovo capitolo della sua leggenda. Nel 2026 approderà a New York, cuore pulsante degli Stati Uniti, per celebrare i 250 anni della US Navy. Un evento che non sarà soltanto una cerimonia militare, ma un’operazione di diplomazia culturale, economica e simbolica senza precedenti.

Lo ha annunciato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel corso della conferenza stampa tenutasi al Parco Archeologico del Colosseo, dove sono stati presentati i risultati del “Vespucci World Tour” e del “Village Italia 2023-2025”. Una tournée che, partita da Genova il 1° luglio 2023 e conclusa lo scorso 10 giugno, ha percorso quasi 50.000 miglia nautiche, toccando 33 Paesi, 53 porti e cinque continenti.

Accanto al veliero, icona senza tempo del mare italiano, arriverà negli Stati Uniti una nuova versione del “Village Italia”, il padiglione itinerante dedicato alla promozione delle eccellenze tricolori. “Sarà più simile al concept che presenteremo all’Expo 2025 di Osaka – ha spiegato Crosetto – e resterà a New York per almeno tre settimane, forse un mese. Sarà un modo per raccontare l’Italia con la forza delle sue tradizioni, del suo saper fare e della sua modernità”.

Il ministro ha espresso soddisfazione per il giro del mondo dell’Amerigo Vespucci, sottolineando che l’iniziativa “ci offre la possibilità di costruire un futuro sempre più solido da lasciare ai nostri figli” e che il Made in Italy rappresenta “un alleato in più, che altri Paesi non hanno”.

Il tour dei numeri e la strategia di promozione

Dietro la poesia dei velieri e l’orgoglio patriottico, i numeri raccontano una storia concreta di impatto economico e mediatico. Il Vespucci World Tour ha attirato 1.269.533 visitatori tra nave e Villaggi Italia, generando un ritorno economico complessivo stimato in 3,04 miliardi di euro. Un moltiplicatore sorprendente: per ogni euro investito, ne sono tornati quasi 63.

Il progetto ha coinvolto 1.150 lavoratori italiani e 310 aziende, producendo 11.155 nuovi posti di lavoro e contribuendo all’export con 479 milioni di euro, stima ottenuta tramite la piattaforma Confindustria ExPand (Export Potential Analysis and Development). Sul fronte mediatico, i contenuti digitali hanno registrato 1,31 miliardi di visualizzazioni, con oltre 2,5 milioni di follower sui canali ufficiali e 37.533 pubblicazioni su media nazionali e internazionali.

Numeri che confermano la capacità del Vespucci di trasformarsi in un brand nazionale, capace di proiettare l’immagine dell’Italia su scala globale. L’operazione, voluta e coordinata dal Ministero della Difesa insieme ad altri 12 ministeri e alla Presidenza del Consiglio, assume i contorni di un progetto-pilota di marketing territoriale e istituzionale.

Il vice ministro per l’Impresa e il Made in Italy, Valentino Valentini, ha tracciato un quadro ambizioso: la nave Vespucci “deve diventare uno strumento di comunicazione permanente del Paese, un brand sempre più riconosciuto a livello mondiale”. Secondo il vice ministro, il progetto ha sfruttato solo il 20-30% del suo potenziale: “se ci crediamo, faremo crescere questo brand per eccellenza che è l’Italia: le forze armate, le aziende, tutto ciò che rappresentiamo”.

Dal punto di vista comunicativo e della percezione, il Vespucci ha generato un valore mediatico pari a 254 milioni di euro e un sentiment positivo nell’88,1% delle comunicazioni legate al tour. Un dato che mette in luce non solo l’efficacia delle azioni promozionali, ma anche la qualità della narrazione messa in campo.

Diplomazia dei mari: immagine, geopolitica e soft power

Non sono mancati gli spunti geopolitici: il Vespucci è stato descritto come “un’ambasciata d’eccezione”, una piattaforma capace di coniugare forza simbolica e ritorni concreti. Crosetto ha sottolineato come ogni approdo sia diventato un’occasione per raccontare l’Italia in tutte le sue dimensioni: arte, cultura, storia, moda, design, inclusione.

Il progetto ha inoltre mostrato una precisa volontà istituzionale: mettere a sistema competenze pubbliche e private, promuovere l’export e creare nuove opportunità occupazionali, trasformando un patrimonio navale in un driver di crescita economica e reputazionale.

I dati di partecipazione alle singole fasi del tour descrivono un successo articolato: 419.855 visitatori all’estero per gli 8 Villaggi Italia della fase mondiale; 446.101 visitatori per i 9 Villaggi IN Italia nella fase mediterranea; e 403.577 visitatori per le tappe in cui è stata visitabile solo la nave. Complessivamente, 1.269.533 persone hanno salito a bordo la nave e visitato i villaggi in tutto il periodo del tour.

Ai risultati materiali si aggiunge l’effetto rete: i contenuti social hanno amplificato il messaggio, trasformando ogni scalo in un evento globale con 1,31 miliardi di visualizzazioni e oltre 2,5 milioni di follower totali sui sei canali ufficiali.

Prossima rotta: Nord America 2026

Ora si guarda al 2026, l’anno del Nord America, con il “Vespucci World Tour Nord America 2026”. Un calendario che mette nel mirino una regione strategica per l’economia e la diplomazia pubblica italiana, con tappe pensate per consolidare relazioni, favorire business e rafforzare l’immagine del Made in Italy.

Se il bilancio del 2023-2025 segna numeri da record, il futuro guarda già oltreoceano. Dopo la parentesi newyorkese del 2026, l’Amerigo Vespucci intraprenderà nuove tappe dedicate alla promozione dell’Italia in una delle aree più competitive al mondo sul piano economico e culturale.

Ogni scalo sarà una vetrina. Ogni bandiera issata, un messaggio politico e commerciale. E ogni visitatore che salirà sul ponte del Vespucci, un ambasciatore in più di un’Italia che non vuole restare ancorata alla nostalgia del passato, ma navigare a vele spiegate verso il futuro.