Il summit di Washington: ecco le questioni chiave per Paesi Nato

Il summit di Washington: ecco le questioni chiave per Paesi Nato
10 luglio 2024

Il momento clou per il 75esimo anniversario della Nato sarà presso l’Andrew W. Mellon Auditorium. Questa sede ha un significato storico in quanto luogo dove il presidente Harry S. Truman ospitò la firma del Trattato del Nord Atlantico del 1949, che sancì l’alleanza. Anche il presidente Bill Clinton scelse questa sede per la commemorazione del 50esimo anniversario. Ma le discussioni procedono a tutto campo per i 32 Paesi membri. Ed ecco quali sono le questioni chiave di questo vertice Nato a Washington DC.

Ucraina: la priorità assoluta del vertice

Secondo un funzionario europeo, ‘la priorità numero 1, 2 e 3 per il summit’ sarà l’Ucraina. Lo stesso funzionario ha spiegato che i paesi europei vedono il summit arrivare in un momento critico in termini di sicurezza per due motivi. In primo luogo, la situazione sul campo di battaglia è stabile ma fragile, con la Russia che raddoppia gli attacchi alle infrastrutture ucraine e potenzia la propria industria della difesa grazie al sostegno di Iran, Cina e Corea del Nord. In secondo luogo, la Russia sembra pensare di poter aspettare e che il sostegno all’Ucraina crollerà. Il funzionario ha sottolineato che questo è il motivo per cui molti paesi europei vogliono che il summit riguardi la dimostrazione di ‘unità’ e ‘determinazione’ con un impegno a lungo termine per la sicurezza dell’Ucraina.

Un “ponte” verso l’adesione di Kiev

La formula ha scatenato i giornalisti, impegnati a chiedere – con vena decisamente provocatoria – di cosa si tratti. Per rendere tangibile l’obiettivo di un supporto a lungo termine, la Nato prevede di presentare all’Ucraina un ‘ponte’ per l’adesione. Ciò consisterà in impegni finanziari, numerosi accordi bilaterali di sicurezza, un nuovo posto di alto livello civile della Nato a Kiev e addestramento per i soldati ucraini. Ci saranno diversi annunci visti come un modo per ‘rendere a prova di Trump’ i futuri aiuti all’Ucraina – ovviamente se verrà eletto a novembre – ‘istituzionalizzando’ gli aiuti a Kiev nella Nato. L’alleanza coordinerà gli aiuti all’Ucraina attraverso un comando guidato da un generale a tre stelle, con circa 700 persone che lavorano presso un quartier generale della Nato in Germania. Per facilitare il trasferimento del supporto militare all’Ucraina, saranno istituiti nodi logistici in Romania, Slovacchia e Polonia, secondo fonti della Nato, sebbene Kiev sarà responsabile dell’introduzione dell’equipaggiamento nel suo territorio. Per quanto riguarda il sostegno economico, il Segretario generale uscente della Nato Jens Stoltenberg ha affermato venerdì che contributi di circa 43 miliardi di dollari all’anno dovrebbero essere la base di partenza per il futuro. Inoltre, si prevede che verrà anche annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari che includerà sistemi di difesa aerea aggiuntivi per l’Ucraina.

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Discussioni sulla dichiarazione finale

Secondo fonti della Nato, si sta discutendo sull’inclusione del concetto di ‘irreversibilità’ nella dichiarazione finale del summit. Il governo ucraino ha pubblicamente chiesto che la dichiarazione confermi l”irreversibilità’ del loro percorso verso l’adesione alla Nato. I più convinti sostenitori di un linguaggio e di azioni robuste a sostegno dell’Ucraina sono i paesi del fianco orientale, in particolare gli stati baltici di Lettonia, Lituania ed Estonia, che, in termini di percentuale del loro Pil, sono tra i più forti fornitori di aiuti militari all’Ucraina. A questo proposito, tutti gli occhi sono puntati sul primo ministro estone Kaja Kallas, il futuro nuovo capo diplomatico dell’UE. Lunedì, ha affermato che i leader al summit Nato dovrebbero approvare un ‘forte pacchetto’ di sostegno all’Ucraina e ‘confermare con parole e fatti che il percorso dell’Ucraina verso la Nato è irreversibile’, secondo un comunicato stampa del suo ufficio.

I viaggi di Orban a Mosca e Pechino

Un altro argomento importante sarà probabilmente il Primo Ministro ungherese Viktor Orban, che, da quando l’Ungheria ha iniziato la sua presidenza di sei mesi dell’UE a luglio, ha visitato Kiev, Mosca e Pechino in quella che chiama una ‘missione di pace’ per la guerra in Ucraina. Questa iniziativa ha attirato la condanna di Kiev e dei funzionari dell’UE, che hanno insistito sul fatto che Orban non stava agendo per conto dell’intero blocco europeo. Venerdì, Stoltenberg ha detto durante una conferenza stampa che si aspetta che ci saranno ‘opportunità’ durante il summit di ‘discutere e affrontare’ le discussioni che Orbán ha avuto di recente con altri leader stranieri. Stoltenberg ha ribadito che ‘Viktor Orbán non rappresenta la Nato in questi incontri. Rappresenta il suo stesso paese’. Insomma, se stesso.

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Priorità per il “fianco meridionale” 

Per i paesi del ‘fianco meridionale’ della Nato, una delle priorità è che il vertice approvi una nuova strategia per rafforzare le relazioni con i paesi del sud, dal Medio Oriente al Golfo di Guinea. Paesi affacciati sul Mediterrneo, come la Spagna ma anche l’Italia hanno particolarmente messo in guardia sulla necessità di attuare pienamente la visione a 360 gradi della Nato sulle potenziali minacce, come ondate migratorie, terrorismo o instabilità politica, nonostante la preminenza e le risorse che il comportamento della Russia a est richiede. Questa nuova strategia, che dovrebbe essere approvata durante il vertice, è stata sviluppata attraverso un rapporto di un gruppo di undici esperti nominati da Stoltenberg. Nel loro rapporto finale, hanno proposto la nomina di un inviato speciale della Nato per il fianco meridionale. Hanno anche suggerito di offrire ai partner della Nato in Nord Africa o in Medio Oriente la possibilità di accedere alle missioni dell’alleanza dedicate alla formazione e al rafforzamento delle capacità. La Nato ha già promosso pacchetti di sviluppo delle capacità di difesa per Giordania, Tunisia e Mauritania.

 

 

Prepararsi a Trump: un’alleanza “più europea”

Secondo un’altra fonte diplomatica, il sentimento tra molti paesi europei è che l’alleanza debba diventare ‘più europea’ e ridurre la sua dipendenza dagli Stati Uniti. Ciò sarebbe ottenuto attraverso varie azioni come l’aumento della spesa per la difesa o il rafforzamento del sostegno a Kiev, con l’obiettivo di proteggersi dalle fluttuazioni politiche e potenzialmente da una nuova presidenza Trump. Secondo questa fonte, molti membri della Nato sono preoccupati per la prospettiva di un ritorno al potere di Trump a causa dell’imprevedibilità che ciò implica. Tuttavia, la fonte ha sottolineato di aver già vissuto quattro anni di Trump e di essersi preparati per questo possibile scenario. Questo sentimento è stato riassunto dal ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock, che il 4 luglio, durante un discorso al parlamento tedesco in occasione del 75esimo anniversario della Nato, ha affermato che indipendentemente dall’esito delle elezioni negli Stati Uniti, ‘la Nato deve diventare più europea se vuole rimanere transatlantica’.

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Elezioni Usa e Biden 

I diplomatici affermano che osserveranno attentamente il presidente Biden al summit, soprattutto alla luce delle recenti richieste di ritiro dalla corsa. Una fonte diplomatica ha osservato che mentre le preoccupazioni europee sulle elezioni USA persistono, molti alleati affrontano simili sfide populiste in patria. Nonostante ciò, il diplomatico ha elogiato la presidenza di Biden come altamente vantaggiosa per la Nato. Sebbene le espressioni pubbliche di preoccupazione siano improbabili, si stanno svolgendo discussioni diplomatiche dietro le quinte, una pratica standard indipendentemente dalla nazione ospitante, ha osservato il diplomatico. Venerdì, a Stoltenberg è stato chiesto della sua impressione sulla salute attuale di Biden e ha risposto elogiando il suo ‘forte impegno personale nei confronti della Nato’ e dicendo che lo aveva incontrato di recente nello Studio Ovale e aveva fatto ‘progressi’ nei preparativi per il summit.

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