In Artico si studia interazione tra polveri sottili e luce solare

In Artico si studia interazione tra polveri sottili e luce solare
15 aprile 2022

Misurare l’aerosol e le polveri sottili in Artico e, in particolare, le relative proprietà ottiche, importanti per la comprensione dei complessi fenomeni di trasmissione e diffusione della luce solare in atmosfera, con importanti implicazioni sul bilancio energetico del Pianeta. É l’obiettivo della spedizione guidata da Marco Potenza, docente di Fisica della Materia alla Statale di Milano, che utilizzerà un’innovativa strumentazione sviluppata in collaborazione con i ricercatori del laboratorio Eurocold dell’Università di Milano-Bicocca. Il docente si trova a Ny Alesund, l’avamposto abitato più settentrionale della Terra, a quasi 79 gradi di latitudine a Nord della Norvegia, circa mille chilometri dal Polo, dove si trova la stazione Artica “Dirigibile Italia” del CNR, fondata 25 anni fa, oltre a circa 11 stazioni di altri paesi, gestite dal governo norvegese. “Ancora oggi non conosciamo abbastanza bene come le particelle interagiscono con la luce solare, un problema molto complesso che sta impegnando gli scienziati di tutto il mondo – racconta il professor Potenza, raggiunto dalla Statale telefonicamente a Ny Alesund -. Insieme a Luca Teruzzi, dottorando del dipartimento di Fisica, e a Claudio Artoni, tecnico del laboratorio Eurocold, siamo qui con il progetto OPTAER per misurare queste proprietà delle polveri sottili, utilizzando uno strumento basato su una metodologia del tutto innovativa, chiamata SPES (single particle extinction and scattering), sviluppata negli scorsi anni interamente a Milano”.

OPTAER – si legge sul sito della Statale – è un progetto senza finanziamenti nato solo dalla forte curiosità di Marco Potenza di capire meglio i fenomeni in gioco e fa da contraltare a OPTAIR, precedente progetto finanziato dal Programma Nazionale di Ricerca in Antartide, che ha portato il docente di Fisica della materia della Statale a installare già nel 2018 uno strumento identico presso la stazione Concordia sul plateau antartico orientale. “I dati che arrivano dal Polo Sud – continua il professor Potenza – ci hanno spinto a fare uno sforzo per riuscire a realizzare uno strumento identico al Polo Nord, dove le polveri hanno aspetti completamente diversi dall’Antartide, come ad esempio il loro comportamento al suolo che le ‘intrappola’ una volta deposte sulla neve”. La spedizione a Ny Alesund è anche l’occasione per collaudare una sonda per lo studio della propagazione della luce solare attraverso il manto nevoso, utilizzando uno strumento estremamente semplice realizzato letteralmente in casa da Marco Potenza durante i lockdown degli ultimi due anni. “Abbiamo provato questa sonda per la prima volta sulle nostre Alpi e poterla ora utilizzare al Polo Nord è un’occasione unica per integrare e accrescere le misurazioni della polvere atmosferica e del suo ruolo sulla superficie della neve”, aggiunge il professor Potenza. “Dalle Alpi al Polo Nord – conclude – a guidarci è sempre la curiosità e la volontà di andare oltre nella conoscenza, nel tentativo di ‘rubare’ spazio, sia geografico che cognitivo, all’ignoto”.

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