In Italia cala la mortalità materna ma c’è divario Nord-Sud

In Italia cala la mortalità materna ma c’è divario Nord-Sud
18 maggio 2023

Sono state presentate durante il convegno organizzato dall`Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS), le prime stime nazionali della mortalità materna, che risulta diminuita da 11 a 8,3 decessi ogni 100.000 nati vivi nel periodo 2011-2019. “Si tratta – sottolinea Serena Donati, che dirige il Reparto Salute della donna e dell’età evolutiva dell’Istituto Superiore di Sanità -­ di una riduzione statisticamente significativa del rapporto di mortalità materna, che testimonia il grande investimento del Paese nel miglioramento della qualità dell’assistenza alla nascita”.

Il dato presenta tuttavia una forte variabilità per area geografica, sottolineano i ricercatori, con un gradiente Nord-Sud a sfavore del Mezzogiorno. La stima è infatti pari a 7,7/100.000 al Nord, 5,9/100.000 al Centro e 10,5/100.000 al Sud. Sul totale dei decessi entro 42 giorni dall’esito della gravidanza, la maggioranza (55,1%) ha riguardato morti dirette, ossia quelle dovute a complicanze ostetriche. Tra queste l’emorragia ostetrica figura al primo posto per frequenza (37,1%), seguita dalla sepsi (13,9%), dai disordini ipertensivi della gravidanza (13,4%) e dalla trombo-embolia (11,9%).

L’analisi ha permesso di descrivere anche le cause indirette di morte materna, ovvero quelle secondarie a patologie preesistenti complicate dalla gravidanza. Tra queste, la patologia cardiaca è la prima per frequenza (28,8%), seguita dalla sepsi e dal suicidio materno, entrambe pari al 15,9% del totale dei decessi. L’analisi dei 187 casi di morte materna, presi in esame dagli esperti regionali e nazionali che ogni anno effettuano le indagini confidenziali, ne ha delineato i principali fattori di rischio, che includono l’età materna pari o superiore ai 35 anni, il livello di istruzione pari o inferiore alla scuola media inferiore, la cittadinanza non italiana, l’obesità e il concepimento mediante tecniche di riproduzione assistita. La proporzione di morti definite come “evitabili” è risultata pari al 41% del totale, leggermente inferiore rispetto all’ultima rilevazione e in linea con quanto riportato in altri Paesi dotati di un sistema di sorveglianza avanzato.

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