In Sicilia siti culturali chiusi, l’ira dei sindacati. “Una vergogna per l’Isola”

In Sicilia siti culturali chiusi, l’ira dei sindacati. “Una vergogna per l’Isola”
10 novembre 2014
Villa Romana del Casale

Villa Romana del Casale

“La chiusura dei siti culturali siciliani e’ una vergogna per la nostra Regione”. Cosi’ Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl sono tornati all’attacco, chiedendo all’amministrazione regionale di mettere in campo ogni soluzione utile a evitare nuovi disagi. Disagi che contribuiscono a mettere in cattiva luce l’immagine dell’Isola. Tra queste soluzioni, i sindacati hanno indicato un “progetto obiettivo mirato alla fruizione dei beni culturali siciliani, da definire urgentemente. E’ questo – hanno proseguito i sindacati – l’unico strumento contrattuale attualmente applicabile, capace di garantire un congruo salario accessorio a tutto il personale impegnato nell’attivita’ in tal senso orientata e, al contempo, porre fine a questa situazione scandalosa”. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, tra l’altro, hanno osservato che anche in Sicilia e’ ancora vigente il decreto legislativo del 22 gennaio 2014, che fissa le linee guida per la valorizzazione dei beni culturali e ambientali. Un decreto che precisa come gli istituti e i luoghi oggetto del decreto “appartengono a soggetti pubblici e sono destinati alla pubblica fruizione”.

Ma il rischio che questi possano essere nuovamente chiusi, nei giorni festivi e in vista del periodo natalizio, adesso e’ molto alto. “Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, non ci stanno – hanno attaccato i sindacati – e si smarcano ancora dall’arroganza e dalla supponenza di una politica, sin qui incapace di partorire una proposta praticabile e applicabile a contratto vigente. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, invitano l’Amministrazione a promuovere reali e significativi miglioramenti dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi istituzionali mediante la realizzazione in sede di contrattazione di piani e progetti strumentali e di risultato”.

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Secondo le sigle, insomma, “la riapertura dei siti non e’ assolutamente rinviabile e non puo’ essere né l’inerzia politica o amministrativa né una faziosa azione sindacale, a provocare l’interruzione di un pubblico servizio ed il procrastinarsi di un irreparabile danno all’erario e all’immagine della Regione e degli incolpevoli dipendenti”. Infine, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl hanno chiesto di “pianificare tutta l’attivita’ del dipartimento dei Beni culturali” e hanno sollecitato l’amministrazione regionale “a procedere senza soluzione di continuita’ anche per l’inizio del 2015 e, comunque, sino a che non si proceda ad una rivisitazione del contratto collettivo, alla completa definizione dei profili professionali ed alla formulazione di una classificazione al passo con i tempi”.

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