Cronaca

Inchiesta urbanistica: Milano nel mirino della procura, sei richieste di arresto

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala

La Procura di Milano ha sferrato un colpo durissimo al cuore dell’amministrazione comunale. Sei richieste di arresto, 24 perquisizioni e un’inchiesta che tocca il nervo scoperto dell’urbanistica milanese: è questo il bilancio dell’operazione coordinata dal procuratore Marcello Viola che ha portato alla richiesta di arresti domiciliari per l’assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi e l’immobiliarista Manfredi Catella.

Le accuse pesano come macigni: corruzione, falso e induzione indebita a dare o promettere utilità. Nel mirino della Guardia di Finanza non solo funzionari dell’amministrazione comunale, ma anche componenti della Commissione per il Paesaggio, progettisti e imprenditori. Un sistema che, secondo la Procura, ha assunto “dimensioni di rilievo notevolissimo”.

Il sistema sotto inchiesta

“Fenomeno legato ad alcuni profili di incontrollata espansione edilizia”. Così il procuratore Viola definisce ciò che emerge dalle indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria. Non è la prima volta che la magistratura interviene: nei mesi scorsi erano già stati sequestrati diversi cantieri e adottate misure cautelari personali.
La Guardia di Finanza sta eseguendo un ordine di esibizione di documentazione relativo agli interventi edilizi sotto la lente d’ingrandimento. Sei gli indagati chiamati a rendere interrogatorio preventivo davanti al gip, con richieste di misure cautelari che vanno dal carcere agli arresti domiciliari.

La politica si divide

La notizia ha scatenato immediate reazioni politiche. Azione Milano, attraverso il segretario Francesco Ascioti e i consiglieri Giulia Pastorella e Daniele Nahum, ha chiesto chiarimenti rapidi ma senza bloccare l’urbanistica cittadina: “Milano è nella paralisi da diversi mesi e c’è da dare risposte vere alle famiglie che hanno investito e non possono entrare nelle loro case”.
Ben diversa la posizione di Fratelli d’Italia. Il capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami non ha usato mezzi termini: “Il sindaco di Milano Sala si deve dimettere. Deve lasciare perché questo sistema di potere purtroppo sta corrodendo Milano”.

Garantismo versus responsabilità politica

Sul fronte opposto, Matteo Renzi ha difeso l’operato del sindaco Sala: “È una persona onesta che non ha mai preso un centesimo e questo io ne sono testimone perché l’ho visto all’opera sull’Expo. Stiamo parlando di un’interpretazione della legge”.
Il leader del M5S Giuseppe Conte ha richiamato alle responsabilità politiche: “Chi ha la responsabilità politica dei fatti di Milano ne tragga le conseguenze. Col ‘salva Milano’ abbiamo fatto una battaglia per dire che non si può gestire una città consentendo a speculatori e affaristi di arricchire le proprie tasche”.
Più cauto il sottosegretario leghista Alessandro Morelli: “Da sempre garantista fino all’ultimo grado di giudizio, anche dopo la bufera giudiziaria che oggi si è abbattuta su Milano, resto in attesa che la giustizia faccia il corso”.

Le intercettazioni

Un capitolo a parte merita la polemica sollevata dal deputato di Forza Italia Enrico Costa sulla pubblicazione delle intercettazioni. “Le intercettazioni, che fino a chiusura indagini dovrebbero essere coperte dal segreto, vengono inserite negli atti giudiziari, in modo che possano essere conosciute all’esterno”, ha denunciato Costa, annunciando un’interrogazione al ministro Nordio.

Gli scenari

L’inchiesta apre scenari incerti per Milano. Da una parte la necessità di fare chiarezza su un sistema edilizio che, secondo la magistratura, presentava gravi irregolarità. Dall’altra l’urgenza di non bloccare una città che, come sottolineato da più parti, rischia la paralisi amministrativa.
Il vicepremier Antonio Tajani, di ritorno da Washington, ha riassunto il dilemma: “Bisogna essere garantisti sempre, non solo quando le cose riguardano casa tua. Le valutazioni politiche sono un’altra cosa e a Milano bisogna cambiare”.
Mentre la giustizia prosegue il suo corso, Milano si trova di fronte a un bivio: continuare con l’attuale amministrazione nell’attesa delle decisioni giudiziarie, o aprire una fase nuova che possa restituire credibilità alla gestione urbanistica di una delle città più dinamiche d’Europa. La risposta arriverà dalle aule di tribunale, ma anche dalle scelte politiche dei prossimi giorni.
Pubblicato da
Giuseppe Novelli