Indagato titolare Ksm, al Riesame cade reato corruzione

11 ottobre 2016

Al Riesame cade l’accusa di istigazione alla corruzione per Rosario Basile, il patron della Ksm che era stato arrestato e posto ai domiciliari. La misura cautelare era stata poi cambiata nell’obbligo di dimora per i reati di calunnia e stalking e rimane inalterata. La Procura – davanti al Riesame – ha contestato all’avvocato di aver costruito prove false per difendersi dalle accuse di minacce e calunnia nei confronti della donna da cui ha avuto un figlio. Il nuovo atto d’accusa riguardava alcuni tabulati telefonici prodotti dalla difesa, quelli che proverebbero gli stretti contatti fra l’ormai ex amante di Basile e un dipendente della Ksm. Ma la difesa di Basile -gli avvocati Nino Caleca, Antonio Ingroia, Roberto Mangano e Francesca Russo – convinta del contrario, all’udienza del Tribunale del riesame ha portato una controrelazione ribadendo la veridicità di quel tabulato telefonico.

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