L’autunno 2025 si apre con una minaccia imminente per il sistema sanitario italiano: la co-circolazione di virus influenzali, virus respiratorio sinciziale e SARS-CoV-2, che si abbatte su una popolazione sempre più fragile e un modello di medicina generale al limite della sostenibilità. Tommasa Maio, responsabile nazionale Area Vaccini della Fimmg, lancia l’allarme sulle gravi implicazioni per i medici di famiglia, ultima linea di difesa per il territorio.
“Condividiamo le perplessità espresse da Matteo Bassetti sui rischi legati al nuovo virus influenzale – sottolinea Maio – Il carico assistenziale su medici e territorio sarà enorme”. In un’Italia con una delle più alte percentuali di anziani e fragili in Europa, il rischio di complicanze è alto, superiore a quanto già visto in Australia. La co-circolazione di più virus in autunno determinerà un’impennata delle richieste di visite domiciliari e accessi agli studi medici, con numeri già oggi insostenibili.
La campagna vaccinale assume un ruolo cruciale, non solo per ridurre ricoveri ospedalieri ma anche per alleggerire l’enorme pressione sugli studi medici. I medici di famiglia sono pronti a un impegno massimo, ma serve un sostegno concreto e organizzativo, ancora assente in molte regioni. Mai come oggi l’immunizzazione degli anziani e degli adulti deve essere vista come un pilastro di salute pubblica.
La riduzione costante dei medici di medicina generale e l’aumento della popolazione assistita mettono a rischio la qualità dell’assistenza. La professione vede una progressiva svalutazione: retribuzioni ferme e costi crescenti in periodi di picco stanno rendendo la scelta meno attrattiva per i medici giovani. “La burocrazia soffoca il tempo dedicato alla cura”, denuncia Maio.
La Fimmg chiede investimenti immediati sul personale e sull’organizzazione, con misure operative da inserire nella prossima Legge di Bilancio. La mancata definizione degli accordi integrativi regionali e il ritardo nell’Atto di Indirizzo per il rinnovo dell’Accordo Collettivo Nazionale rappresentano un paradosso non più accettabile. Serve un impegno istituzionale deciso, per salvaguardare la sanità territoriale e incentivare i giovani a diventare medici di famiglia.
Davanti a questa sfida su più fronti, la tenuta del sistema sanitario italiano sarà messa alla prova. La strategia di immunizzazione e la valorizzazione della medicina generale rappresentano la chiave per non cadere in una crisi profonda che coinvolgerebbe milioni di cittadini fragili. Mentre il sistema arranca, si apre uno spazio di riflessione critica sulle politiche sanitarie e la sostenibilità del modello di assistenza territoriale.