Philipe Aghion, Peter Howitte e Joel Mokyr
Il premio Nobel per l’Economia 2025 è stato assegnato a Joel Mokyr, Philippe Aghion e Peter Howitt per aver spiegato come l’innovazione rappresenti il motore della crescita economica sostenuta. L’annuncio è arrivato dall’Accademia reale delle scienze di Svezia, che ha riconosciuto nei tre economisti “il contributo fondamentale alla comprensione dei meccanismi della distruzione creativa e del progresso tecnologico”.
Il riconoscimento, formalmente denominato Sveriges Riksbank Prize in Economic Sciences in Memory of Alfred Nobel, è accompagnato da un premio di 11 milioni di corone svedesi (circa 1,2 milioni di dollari).
Secondo il comitato Nobel, i tre studiosi hanno dimostrato che la crescita economica sostenuta non può essere data per scontata, ma dipende da un sistema che favorisca la nascita continua di nuove idee e la loro diffusione.
“Per gran parte della storia umana, la stagnazione è stata la norma”, si legge nella motivazione ufficiale. “Solo quando l’innovazione è diventata un processo sistematico e cumulativo, la crescita è divenuta sostenibile nel tempo”.
L’opera di Joel Mokyr, storico economico alla Northwestern University e già Premio Balzan 2015, ha avuto un ruolo chiave nel collegare l’analisi storica alla teoria economica. Le sue ricerche mostrano come il progresso tecnologico sia stato reso possibile da una cultura aperta al cambiamento e dal desiderio di comprendere scientificamente il funzionamento delle innovazioni.
Durante le prime interviste successive all’annuncio, Philippe Aghion, professore al Collège de France, alla London School of Economics e all’Insead di Parigi, ha sottolineato la necessità per l’Europa di trovare un equilibrio tra concorrenza e politica industriale.
“Non possiamo permettere che solo Stati Uniti e Cina guidino l’innovazione globale”, ha dichiarato. “L’Europa deve conciliare le politiche della concorrenza con quelle industriali, soprattutto nei settori strategici come difesa, clima, intelligenza artificiale e biotecnologie”.
Aghion ha inoltre criticato l’attuale assetto economico europeo, denunciando la mancanza di un vero mercato unico dei capitali e di strutture adeguate per la ricerca applicata. “Negli Stati Uniti esiste la DARPA, un’agenzia che coordina ricerca e sviluppo nella difesa. In Europa, nulla di simile”, ha osservato.
Il terzo premiato, Peter Howitt, professore emerito alla Brown University di Providence (Rhode Island), ha collaborato con Aghion per sviluppare nel 1992 un modello matematico della distruzione creativa. Secondo questo approccio, ogni innovazione è allo stesso tempo creativa e distruttiva: introduce prodotti e metodi migliori ma, al contempo, rende obsolete le tecnologie precedenti.
“Le società devono imparare a gestire i conflitti che derivano da questo processo”, spiega la nota del comitato. “Se i gruppi consolidati ostacolano il cambiamento, l’innovazione si blocca e la crescita ristagna”.
Mokyr, 79 anni, insegna economia e storia economica alla Northwestern University e all’Università di Tel Aviv. La sua prospettiva storica ha permesso di comprendere perché la Rivoluzione industriale abbia dato origine a una crescita senza precedenti: non solo per le invenzioni, ma per la nascita di una mentalità scientifica pronta a spiegare e replicare i successi tecnologici.
Come ha ricordato Alberto Quadrio Curzio, presidente onorario della Fondazione Balzan, “Joel Mokyr ha dato alla scienza economica la capacità di guardare avanti partendo dalla storia e dai suoi grandi cambiamenti”.
La stessa Fondazione Balzan ha evidenziato come Mokyr sia l’undicesimo suo premiato a ricevere successivamente anche il Nobel, un traguardo condiviso in passato da figure come Madre Teresa di Calcutta, Shinya Yamanaka e Alain Aspect.
“Dobbiamo sostenere i meccanismi della distruzione creativa per non ricadere nella stagnazione”, ha ribadito John Hassler, presidente del comitato per il Nobel in Scienze Economiche.
Negli ultimi due secoli, la crescita economica ha sollevato miliardi di persone dalla povertà e migliorato radicalmente salute e qualità della vita. Tuttavia, avverte l’Accademia, “non è un processo inevitabile: l’innovazione deve essere continuamente alimentata, sostenuta e difesa”.
Il premio a Mokyr, Aghion e Howitt non celebra solo tre brillanti economisti, ma ribadisce un principio essenziale: la crescita nasce dalla libertà di innovare e dal coraggio di lasciare spazio al nuovo, anche a costo di distruggere il vecchio.