Intesa Stato-Regioni, la Sicilia riceve oltre 106 milioni per il dopo-riforma Irpef
Schifani: “Il tavolo resta aperto, pronti ad intervenire e valutare nuove misure a tutela degli equilibri finanziari”.
Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani
Accordo raggiunto. La Regione Siciliana incassa 106,5 milioni di euro in tre anni per bilanciare le minori entrate causate dalla riforma Irpef. Il presidente Schifani ha condotto una trattativa serrata con il ministero dell’Economia, ottenendo fondi che arriveranno solo dopo il via libera definitiva alla legge di Bilancio. L’intesa segna un passo avanti concreto per la tenuta dei bilanci regionali, offrendo alle casse siciliane un margine di sicurezza sulla programmazione dei prossimi anni.
Sostegno diretto alle entrate regionali
La ripartizione delle risorse è netta: 43,5 milioni nel 2026, 42,2 milioni nel 2027, 20,8 milioni nel 2028. Finanze garantite, agganciate all’approvazione statale. Schifani lo dice senza giri di parole: “Risorse fondamentali per riequilibrare gli effetti della riforma Irpef sulle casse regionali, frutto di un confronto diretto col Mef che rafforza la capacità finanziaria della Regione”.
Il negoziato rompe un precedente consolidato: la giurisprudenza costituzionale non impone allo Stato di soccorrere automaticamente le Regioni a statuto speciale in caso di riforme fiscali, salvo squilibri gravi. Qui il governo ha riconosciuto l’eccezione, dopo le modifiche all’Irpef che hanno inciso pesantemente sulle entrate.
Garanzie normative e prospettive future
L’intesa si inserisce nell’applicazione della legge di Stabilità 2025, sul tema delicato del riequilibrio finanziario in chiave risarcitoria. L’accordo sancisce un principio: la salvaguardia delle funzioni regionali passa anche attraverso un monitoraggio costante degli effetti delle riforme fiscali su ogni singolo bilancio. Il presidente Schifani ribadisce la vigilanza: “Il tavolo resta aperto, pronti ad intervenire e valutare nuove misure a tutela degli equilibri finanziari”.
Il confronto tra regione e ministero proseguirà, con l’impegno ad analizzare l’impatto delle prossime riforme fiscali e a difendere le prerogative finanziarie di Palermo. La Sicilia, forte di questa iniezione di fondi, può guardare con più certezza alla futura programmazione di investimenti e servizi, mentre le altre autonomie speciali osservano con interesse le evoluzioni del negoziato diretto tra Stato e territori.
