Israele non si ferma nella Striscia di Gaza: proposta shock di Trump scuote il conflitto, Netanyahu valuta
Mentre Gaza brucia e decine di civili muoiono ogni ora, lo scambio ostaggi-terroristi scuote la fragile tregua. Tel Aviv valuta, Hamas tace: quale sarà il destino di una popolazione sull’orlo del collasso?
Israele insiste nella sua offensiva nella Striscia di Gaza, con l’IDF che lancia un ultimatum netto agli abitanti di Gaza City: evacuare immediatamente e dirigersi verso sud. Nel cuore della città colpito un grattacielo di rilevanza strategica, la torre Al-Ruya, presunta base operativa di Hamas, già evacuata per ordine militare. L’escalation continua a mietere vittime, mentre sullo scenario internazionale si apre uno spiraglio diplomatico inedito.
L’IDF ha confermato via social la distruzione del grattacielo, accompagnando l’annuncio con una mappa dettagliata. Parallelamente, la conta quotidiana delle vittime si aggrava: almeno 21 palestinesi sono stati uccisi negli ultimi attacchi, concentrati in particolare a Gaza City, tra cui bambini e civili rifugiati in scuole. La situazione umanitaria precipita ulteriormente: cinque palestinesi, tra cui tre minori, sono morti di fame nelle ultime 24 ore. Secondo dati confermati dal ministero della Salute locale, già 387 persone sono decedute per malnutrizione dall’inizio del conflitto, numeri che delineano un quadro drammatico e senza precedenti.
Cresce la tensione, ma spunta una proposta di pace
Mentre i bombardamenti proseguono inesorabili, arriva da Washington una proposta diplomatica a sorpresa: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avanzato un’offerta a Hamas destinata a un accordo globale. Il piano prevede il rilascio immediato di tutti gli ostaggi – vivi o deceduti – nel primo giorno di un cessate il fuoco, in cambio della liberazione di migliaia di detenuti palestinesi, molti dei quali con veri e propri trascorsi terroristici.
Secondo fonti israeliane, Netanyahu starebbe valutando la proposta con attenzione, pur prevedendo un probabile rifiuto da parte di Hamas, che è ancora immersa in un dibattito interno sulle sue contromisure. Il testo del piano include inoltre il congelamento dell’offensiva israeliana su Gaza City e l’avvio di negoziati diretti sotto l’egida di Trump, con la promessa di mantenere lo stato di cessate il fuoco per tutta la durata delle trattative.
Nonostante nessuna risposta ufficiale da parte di Hamas, Israele propone un accordo che appare tanto rischioso quanto potenzialmente risolutivo: il rilascio simultaneo degli ostaggi in cambio di terroristi e prigionieri, sospendendo le operazioni militari che stanno devastando la Striscia.
Credibilità e dubbi sull’accordo
Da fonti vicine al governo israeliano traspare prudenza mista a scetticismo: il rischio che Hamas rigetti l’offerta è considerato molto alto, dati gli interessi contrapposti e la natura della fazione terroristica. La posta in gioco è altissima. Da un lato c’è la vita di decine di ostaggi, dall’altro la minaccia di liberare pericolosi militanti pronti a tornare all’attività terroristica. Israele si trova davanti a un bivio strategico e morale che potrebbe ridefinire l’intera dinamica del conflitto.
Le conseguenze di questo momento di svolta sono ancora tutte da valutare, ma quello che è certo è che la guerra nella Striscia di Gaza non accenna a fermarsi, con centinaia di vite innocenti che pagano il prezzo più alto di una contesa che sembra senza fine.
