Politica

Israele prende le distanze dal paragone Ucraina-Shoah del premier Zelensky

Il giorno dopo l’intervento di Volodymyr Zelensky alla Knesset, Israele prende le distanze dal paragone che il presidente ucraino ha fatto tra la guerra in Ucraina e l’Olocausto. “Credo che l’Olocausto non dovrebbe essere paragonato a niente”, ha affermato il premier israeliano, Naftali Bennett. Già il ministro della Comunicazione israeliano Yoaz Hendel aveva criticato duramente le affermazioni di Zelensky, lui stesso di origini ebraiche, definendo “scandaloso il confronto con gli orrori della Shoah e la soluzione finale”.

Nel suo intervento, Zelensky ha invitato Israele ad abbandonare la sua neutralità in merito all’invasione della Russia in Ucraina, sostenendo che le comunità ucraina ed ebraica sono “collegate, molto vicine”. “Il 24 febbraio, 1920, fu fondato il partito nazional-socialista della Germania. Il partito che prese milioni di vite. Distrusse interi paesi. Cercò di uccidere nazioni. 102 anni dopo, il 24 febbraio, un ordine criminale è stato emesso per lanciare l’invasione dell’Ucraina su vasta scala”. In un altro video ufficiale della presidenza ucraina, Zelensky ha poi ringraziato Bennett per i suoi sforzi “tesi a trovare un modo di negoziare con la Russia”, parlando di Gerusalemme come di possibile sede di trattative.

Bennett ha riferito di “progressi” nei negoziati in corso tra Russia e Ucraina per mettere fine alla guerra, ma ha rimarcato come ci sia “ancora molta strada da fare, perché ci sono questioni controverse, alcune delle quali fondamentali”. Israele non si è unita alle sanzioni dell’Occidente contro la Russia, ma alcuni esponenti della coalizione di governo hanno espresso una linea più dura di Bennett. Tra questi il ministro degli Esteri israeliano, Yair Lapid, che ha ripetutamente condannato l’aggressione di Mosca.

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